Postale: scoperta banda del phishing a Frosinone

Scoperta una banda specializzata al phishing e alla frode informatica dagli uomini del compartimento della Polizia postale Lazio che hanno arrestato tre persone.

L’operazione è stata avviata dopo la denuncia presentata dal responsabile di una società attiva su una piattaforma online che ha segnalato di aver fornito le credenziali di accesso al proprio account di vendita in una pagina “login di accesso” che riproduceva quella originale.

I tre truffatori si sono introdotti nell’account “rubato” e hanno iniziato a pubblicare falsi annunci di vendita di materiale informatico particolarmente conveniente, modificando i dati relativi al codice iban sul quale far confluire i soldi.

Gli investigatori seguendo i trasferimenti del denaro sono riusciti a identificare i tre uomini, arrestandoli.

Nel corso dell’operazione e della perquisizione gli agenti hanno sequestrato 16mila euro in contanti oltre a conti correnti postali su cui risultano ancora depositati circa 15mila euro.

Si stima che i proventi dell’attività illecita compiuta dalla banda si aggira intorno ai 125mila euro.

Traffico internazionale di cuccioli, 7 arresti a Rimini

Acquistavano cuccioli di cane, prevalentemente di razza bulldog francese e barboncino toy, nella Repubblica Slovacca, pagandoli pochi euro, e poi li rivendevano in Italia per cifre comprese tra 1.000 e 1.800 euro.

Al termine dell’operazione “Luxury dog” sette persone sono state arrestate dalla Polizia di frontiera di Rimini con l’accusa di maltrattamento e traffico illegale di animali, truffa e falsificazione di documenti relativi alle vaccinazioni; cinque di loro sono finite in carcere e due ai domiciliari.

Eseguite anche 13 perquisizioni nei confronti di ulteriori 6 persone, residenti in varie città italiane.

Sequestrati passaporti per animali da compagnia ancora da compilare, falsi pedigree da immettere sul mercato, microchip pronti per essere inoculati ai piccoli cuccioli, farmaci ad uso veterinario. Sono stati inoltre scoperti due canili abusivi, uno presso la città slovacca di Nitra e uno nel napoletano dove 33 cuccioli venivano allevati in condizioni igieniche pessime.

L’attività investigativa, disposta nel febbraio dello scorso anno dal Sostituto procuratore della Repubblica di Rimini, ha portato al sequestro di circa cento cuccioli e ha fatto luce su un’organizzazione criminale che, grazie alla compravendita di migliaia di animali, ha guadagnato oltre un milione di euro.

Gli investigatori hanno accertato che un cittadino italiano, assieme alla moglie slovacca e al figlio, provvedeva all’acquisto dei cuccioli presso allevamenti abusivi gestiti da contadini locali o mercati settimanali dedicati alla vendita degli animali.

Per rendere più appetibili i cuccioli l’organizzazione produceva falsi pedigree riferibili ad una associazione non riconosciuta quale organismo legittimato al rilascio dei pedigree, che in Italia è prerogativa dell’Ente nazionale cinofilia italiana (Enci).

Gli animali venivano importati quando ancora non avevano raggiunto i tre mesi e 21 giorni previsti dalla normativa; tale limite è legato al tempo necessario affinché il vaccino contro la rabbia, obbligatorio, faccia il suo effetto. Per fare questo alteravano le date di nascita sui passaporti e registravano vaccinazioni mai effettuate.

Venivano anche utilizzati microchip reperiti sul mercato asiatico e inoculati sui cuccioli da personale non veterinario.

A causa dei maltrattamenti subiti in tenerissima età, molto spesso i cuccioli decedevano dopo pochi giorni dalla consegna.

Durante l’attività investigativa sono stati documentati decine di episodi di importazione illegale di cuccioli, che hanno portato al sequestro di circa 30 passaporti falsi e 100 cani che inizialmente sono stati dati in custodia ai canili territorialmente competenti, e poi affidati a famiglie che si sono rese disponibili.

Individuato anche un uomo incaricato di produrre false attestazioni di genealogia e fittizie certificazioni di riconoscimento di razza che venivano spacciate per pedigree.

L’operazione è stata condotta in collaborazione con il Servizio di cooperazione internazionale di Polizia – Sirene, di due team EnFAST (Rete europea delle unità ricerche attive latitanti), delle Squadre mobili di Milano, Alessandria, Bergamo, Savona, Napoli, delle Guardie ecozoofile di “Fare ambiente” e di 30 poliziotti della Repubblica Slovacca.

Sergio Foffo

Polizia di Stato e Centro nazionale trapianti insieme per il trasporto organi

Una forte sinergia tra la Polizia di Stato e il Centro Nazionale Trapianti per il trasporto urgente di organi e tessuti: è quanto previsto dal protocollo d’intesa sottoscritto oggi al ministero dell’Interno dal capo della Polizia, Franco Gabrielli, e dal direttore del Centro nazionale trapianti, Alessandro Nanni Costa.

L’accordo, che avrà la durata di due anni, disciplina ufficialmente il trasporto di organi e tessuti umani in condizioni di necessità e urgenza di carattere logistico o sanitario, ad esempio a causa della dislocazione delle strutture sanitarie interessate o per esigenze legate alla delicatezza dell’intervento da eseguire.

Il coordinamento organizzativo sarà affidato al Centro Nazionale Trapianti Operativo, la struttura che ha il compito di gestire tutti i programmi nazionali di trapianto, mentre ad assicurare il servizio saranno le articolazioni della Polizia stradale, che è stata già chiamata a intervenire in casi particolari come le donazioni samaritane e le catene di trapianti di organi in modalità “cross-over”.

Nel 2018 la Polizia stradale ha effettuato quattro trasporti per trapianti cross-over, tre dei quali con l’impiego della Lamborghini Huracan in dotazione al compartimento Polizia stradale di Bologna. Complessivamente sono state 357 le pattuglie impiegate lo scorso anno per portare a compimento servizi di assistenza sanitaria come il trasporto di organi (41 casi), di plasma e sangue (10 casi) e di siero, vaccino o medicinale (19 casi).

Postale: scoperto finto senatore che voleva accreditarsi al Festival

È accusato di aver attivato un falso dominio chiamato “senato.eu” con cui ha creato diverse caselle di posta elettronica tentando di ottenere, dalla Rai, un accredito per il prossimo Festival della canzone italiana.

La Polizia Postale ha eseguito un provvedimento emesso dalla Procura di Roma nei confronti di un 43enne di Napoli, perquisendo la sua abitazione e sequestrando diversi computer e supporti informatici, ben 7 hard disk, utilizzati per l´attività illecita.

A far scattare le indagini è stata una denuncia in merito a una sospetta corrispondenza intrattenuta per mail con l´ufficio stampa Rai e un conosciuto senatore della Repubblica che raccomandava l’indagato come il suo “pupillo” e suo capo ufficio stampa.

La “raccomandazione” prevedeva un accredito per il prossimo Festival della canzone italiana di Sanremo.

Gli accertamenti svolti dagli specialisti del Cnaipic (Centro nazionale anticrimine informatico della protezione delle infrastrutture critiche) hanno verifcato come l’uomo, oltre a spacciarsi come il senatore in questione, usasse anche tanti altri falsi account di posta elettronica intestati ad altre note figure istituzionali.

Gli uomini della Postale hanno sequestrato il dominio e il contenuto delle sei caselle di posta elettronica associate allo spazio web in questione.

Poliziamoderna: il numero di febbraio

Sul numero di febbraio di Poliziamoderna, la rivista ufficiale della Polizia di Stato, le cinque pagine del Primo Piano sono dedicate ad alcune delle frasi chiave pronunciate dal capo della Polizia, Franco Gabrielli, connesse a chi gestisce l’uso della forza con etica di responsabilità e destinate proprio a chi veste la divisa.

Molti gli argomenti-chiave e gli spunti di riflessione: dal concetto di “percezione della sicurezza”, a quanto la crisi economica che ha investito il nostro Paese abbia avuto ripercussioni anche sulle forze dell’ordine, dalla responsabilità di difendere i cittadini al valore dell’ “ascolto” da parte degli operatori di polizia nei confronti delle vittime di reati, dal valore della formazione, fino all’esercizio del potere gerarchico da parte di chi è al vertice di un’Istituzione come la Polizia di Stato.

Uno speciale è poi dedicato al nucleo degli artificieri della questura di Roma, la cui competenza si estende all’intero Lazio. Con loro abbiamo passato una giornata nella quale ci hanno illustrato le apparecchiature a loro disposizione e spiegato le diverse modalità di intervento da adottare a seconda del luogo dove è posizionato l’oggetto “sospetto” e della sua tipologia.

Sul numero è anche presente un focus sul cyberbullismo. A parlare alcuni esperti impegnati nell’analisi e nel contrasto al fenomeno della violenza sul Web, che hanno raccolto la loro decennale esperienza in un interessante volume recentemente pubblicato, La violenza in un clic. Itinerari di prevenzione del cyberbullismo (edizioni hogrefe a cura di Roberto Sgalla e Anna Maria Giannini). Frutto di un sondaggio su un campione di adolescenti, il lavoro mette in evidenza alcuni percorsi di lavoro suggeriti dalla Polizia postale, dal Dipartimento per la giustizia minorile, dal Miur in collaborazione con gli psicologi dell’Università La Sapienza.  

Tutti gli articoli del mese di febbraio sono disponibili su www.poliziamoderna.it