Agrigento: “Polizia di Stato – com’eravamo come siamo – la memoria come valore”

Villa Aurea, nella Valle dei Templi (Agrigento), è stata al centro, questo pomeriggio, della manifestazione ““Polizia di Stato – com’eravamo come siamo – la memoria come valore” a cui ha partecipato il capo della polizia Franco Gabrielli insieme al questore Maurizio Auriemma, alla signora Tina Montinaro, alle autorità civili e militari, alla cittadinanza e a numerose scolaresche.

Il prefetto Gabrielli ha visitato la teca “Quarto Savona 15”, l’automobile blindata dei tre poliziotti Antonio Montinaro, Rocco Dicillo, e Vito Schifani, vittime della strage di Capaci, esposta per l’occasione.

Il capo della Polizia nel suo intervento ha sottolineato riferendosi a questa strage che “Quel sacrificio fu un segno tangibile perché nel momento in cui perdevano la vita era possibile costruire un riscatto. Questo ammasso di lamiere – ha proseguito il capo della Polizia Franco Gabrielli indicando la Teca – rappresenta la speranza e certe immagini più delle parole hanno il potere straordinario di non lasciarci indifferenti”.

Successivamente nel Giardino dei Giusti, nei pressi del tempio della Concordia, è stata scoperta una stele in memoria delle vittime delle stragi di Capaci e via D’Amelio.

Questa sera, poi, al Teatro Pirandello, si è svolto un concerto della Banda musicale della Polizia di Stato.

In mattinata i musicisti della Polizia erano già stati protagonisti di una esibizione in piazza Cavour in cui erano presenti diverse scolaresche della provincia. Per gli studenti la questura di Agrigento, oltre al concerto, ha organizzato anche un percorso di legalità con visite guidate a diverse mostre.

Traffico di rifiuti dalla Campania alla Lombardia, sei aziende coinvolte

Sono 15 le persone coinvolte nell’indagine “Venenum” della questura di Milano. A conclusione dell’operazione 8 persone sono finite in carcere, per 4 sono stati disposti gli arresti domiciliari e per gli altri 3 il divieto di dimora. Tutti sono ritenuti responsabili di reati ambientali avendo gestito abusivamente 37 mila metri cubi di rifiuti.

Invece di far confluire i rifiuti nelle discariche autorizzate o nei termovalorizzatori, gli intestatari di almeno sei aziende abbandonavano i rifiuti all’interno di capannoni posti su terreni intestati o affittati anche con il coinvolgimento di prestanome. Tale sistema ha permesso ai criminali di avere un guadagno stimato intorno al milione di euro.

L’indagine è iniziata a seguito di un incendio divampato nell’ottobre scorso all’interno di un’azienda del milanese che si occupa di stoccaggio di rifiuti e, da lì, i poliziotti della Squadra mobile hanno ricostruito l’intera filiera che coinvolgeva società di raccolta, autisti compiacenti e affittuari di terreni e capannoni.

Gli investigatori sono stati anche in grado di classificare i rifiuti smaltiti illegalmente accertando che si tratta di rifiuti domestici (incluse le piazzole ecologiche) e rifiuti provenienti dalle attività produttive artigianali.

Tali rifiuti, prima di essere abbandonati nei capannoni e sui terreni, venivano portati nei centri di trattamento dove, attraverso la pressatura a cubi, i rifiuti venivano compattati meccanicamente e tenuti insieme mediante filo di ferro.

Le zone interessate dallo stoccaggio abusivo sono state individuate in provincia di Venezia, Lodi e Verona. La Polizia ha anche accertato che i rifiuti provenivano per buona parte dalle province di Salerno e Napoli.

Oltre ai soldi confluiti sui conti correnti la Polizia ha sequestrato il capitale sociale delle sei aziende coinvolte e 13 mezzi pesanti utilizzati per la commissione dei reati.

Donatella Fioroni

Accordo con la Federciclismo per la prevenzione degli incidenti

Firmato, oggi al Viminale, un protocollo di collaborazione tra la Polizia di Stato e la Federazione Ciclistica Italiana con lo scopo di diffondere la cultura della prevenzione per ridurre gli incidenti sulle strade.

L’intesa, di durata triennale e prorogabile per altri tre anni, è stata sottoscritta dal capo della Polizia Franco Gabrielli e dal presidente della Federazione Ciclistica Italiana Renato Di Rocco.

La Polizia di Stato e la Federciclismo si impegnano a sviluppare iniziative congiunte nei settori della comunicazione, della formazione, dell’educazione stradale e per la prevenzione degli incidenti. Attenzione particolare è stata riservata alla condivisione dei dati sul fenomeno infortunistico e all’analisi delle statistiche al fine di adottare misure efficaci di prevenzione.

I ciclisti sono utenti vulnerabili: nel 2017 la categoria ha fatto segnare un risultato sostanzialmente positivo in termini di riduzione della mortalità, le vittime infatti sono diminuite del 7,6 per cento rispetto al 2016, passando da 275 a 254, ma il tributo di sangue è ancora troppo alto.

Il risultato da raggiungere è previsto nel Piano Nazionale della Sicurezza Stradale “Orizzonte 2020” che indica la “Riduzione del 50 per cento del numero dei decessi sulle strade entro il 2020, rispetto al totale dei decessi registrato nel 2010”.

Reparti mobili: un libro che racconta il loro lavoro

È stato presentato oggi, a Roma, il libro “La tutela dell’Ordine Pubblico come garanzia di libertà” scritto dal direttore centrale delle Specialità, Roberto Sgalla con la prefazione del capo della Polizia Franco Gabrielli. L’evento è stato moderato dal giornalista Riccardo Iacona.

“Il volume, che vuole essere un omaggio ai tanti operatori dei Reparti mobili – come spiega il prefetto Gabrielli nella prefazione – analizza con un approccio interdisciplinare i molteplici aspetti dell’attività della Polizia di Stato a tutela dell’ordine e della sicurezza pubblica. Il lavoro dei Reparti mobili viene infatti ricostruito, indagato e spiegato da diversi esperti esterni e da alcuni dei dirigenti di polizia maggiormente coinvolti nel funzionamento di questa articolata “macchina” per la sicurezza”.

Durante la tavola rotonda, dopo il primo intervento dell’autore, il direttore del Servizio dei Reparti speciali, Benedetto Sanna, ha affrontato il tema della formazione e della professionalità dei poliziotti chiamati ad intervenire sulla gestione dell’ordine pubblico. A questo intervento sono seguiti quello di Anna Maria Giannini, docente alla facoltà di Psicologia dell’Università La Sapienza di Roma e del sociologo Nicola Ferrigni, dell’università Link Campus.

Successivamente hanno preso la parola il comandante del Reparto mobile di Roma Paolo Mazzini e un operatore di quello di Padova e hanno testimoniato l’impegno e il lavoro svolto quotidianamente dal personale dei Reparti mobili a tutela dei diritti costituzionali.

L’incontro si è concluso con l’intervento del capo della Polizia: “Ordine pubblico è molte cose, è qualcosa di complesso e complicato su cui influiscono innumerevoli variabili. La delicatezza della gestione dell’ordine pubblico ci ha portato nel tempo a ragionare e a pensare come affrontare il tema in modo sempre più professionale e con maggiore preparazione. Per questo motivo abbiamo istituito una Scuola dove preparare i poliziotti che svolgono questo servizio”. Il Prefetto ha poi continuato: “Il libro affronta il tema importante dell’approccio psicologico, fondamentale per gli operatori e per il loro lavoro al servizio delle comunità. I Reparti mobili sono infatti chiamati ad intervenire per il soccorso pubblico e sono vicini ai cittadini nei momenti più difficili”.

Mondiali di sci nordico: Federico Pellegrino vince l’argento nella sprint

Uno straordinario Federico Pellegrino si è messo al collo la medaglia d’argento ai Campionati del mondo di sci nordico, che si stanno svolgendo a Seefeld (Austria).

La finale della sprint a tecnica libera dello sci di fondo è stata una battaglia fino all’ultimo centimetro tra il campione delle Fiamme oro e il fuoriclasse norvegese Johannes Klaebo; proprio come nella finale olimpica di PyeongChang (Corea del Sud), anche se si trattava della tecnica classica, il norvegese si è aggiudicato lo sprint per la medaglia d’oro. Bronzo per il russo Gleb Retyvikh, staccato di oltre un secondo rispetto ai primi due.

Federico era il campione uscente e ha provato fino alla fine a riconfermarsi sul gradino più alto del podio: ha gestito bene tutta la gara ed è arrivato in testa sul rettilineo conclusivo, ma Klaebo ha risposto da campione, superando il portacolori cremisi e tagliando il traguardo con meno di tre centesimi di vantaggio.

“Oggi devo cedere lo scettro della sprint – ha detto Pellegrino al termine della gara – in pista potevo dire la mia e l’ho fatto, ho cercato di correre al meglio e oggi il meglio ha voluto dire argento: un argento mondiale può essere una soddisfazione. È stata una bellissima sfida con Klaebo, l’avvicinamento alla gara è stato diverso e ce la siamo giocata noi due. Credevo che ci avrebbero impensierito altri atleti. Io ho attaccato dove ho potuto, era impensabile sorpassarlo allo sprint. La dedica? Non ci avevo mica pensato perché non è mai facile salire sul podio ai Mondiali, sarò scontato ma la dedico alla mia fidanzata”.