Rapimento con estorsione, 7 arresti “Take away” a Reggio Calabria

Sono sette le persone arrestate dagli investigatori della Squadra mobile di Reggio Calabria al termine dell’indagine denominata “Take away”.

Gli indagati, tutti nati e residenti nella provincia reggina, sono accusati di sequestro di persona e tentata estorsione in concorso, aggravati dal metodo mafioso.

L’attività investigativa ha fatto piena luce sugli eventi avvenuti a Reggio Calabria la notte tra il 30 e il 31 dicembre scorsi quando il compagno della titolare di una pizzeria fu sequestrato da alcuni individui.

Grazie alle testimonianze, alle intercettazioni telefoniche e ambientali, nonché all’analisi dei tabulati delle utenze coinvolte dall’indagine e delle immagini registrate dalle telecamere di sorveglianza della zona, gli specialisti della Mobile hanno ricostruito gli eventi di quella notte.

L’uomo è stato sequestrato per costringere la sua compagna a pagare la somma di 500 euro, pretesa da uno dei sequestratori come “buonuscita”, non dovuta, per aver lavorato un mese nella sua pizzeria.

Le parti avevano pattuito una somma di 800 euro, delle quali 750 erano già state riscosse; ma la pretesa del saldo da parte del rapitore si era, inspiegabilmente, decuplicata, arrivando a 500 euro.

Il rapito non aveva con sé il portafogli, così i sequestratori lo hanno riportato sul luogo del rapimento per prenderlo ed effettuare il pagamento.

Ma l’estorsione non è andata a buon fine perché davanti alla pizzeria c’erano i poliziotti della Squadra mobile e delle Volanti.

Inizialmente l’uomo, intimorito dalle minacce dei rapitori, ha giustificato la sua assenza dicendo di essere andato, spontaneamente, a casa di alcuni suoi amici.

Ma il risultato dell’indagine è stato diverso e, alla fine, anche la vittima ha collaborato, confermando le conclusioni degli investigatori.

Sergio Foffo

“Frammenti di storia” dove e quando vedere la mostra della Polizia scientifica

Le immagini dei momenti più drammatici e significativi della storia italiana, viste dall’occhio attento degli analisti della scena del crimine della Polizia di Stato, sono al centro della mostra fotografica itinerante “Frammenti di storia. L’Italia attraverso le impronte, le immagini e i sopralluoghi della Polizia scientifica”.

L’omicidio di Giacomo Matteotti avvenuto nel 1924, il sequestro di Aldo Moro, il mostro di Firenze, le stragi di mafia e quelle dell’eversione nera, fino ad arrivare al conflitto a fuoco che ha portato alla morte del terrorista di Berlino, Anis Amri, sono solo alcuni degli eventi documentati dalle fotografie esclusive esposte nella mostra che sarà in giro per l’Italia fino al 30 settembre.

Tra le dotazioni della Polizia scientifica, viene mostrato all’opera il Forensic Fullback, il veicolo destinato alle scene del crimine più complesse con dotazioni tecnologicamente avanzate, basate sulla rivoluzione digitale.

L’iniziativa, inaugurata a Roma lo scorso aprile, è frutto del lavoro ultracentenario della Polizia scientifica, un’eccellenza del panorama mondiale, da sempre al servizio della sicurezza del cittadino.

Ecco le prossime tappe della mostra:

8-13  Febbraio Ascoli        Palazzo San Filippo
     
13-17  Marzo Taranto                       Museo Archeologico MarTa
     
28-29  Marzo Sondrio  Palazzo Muzio – sede Prefettura
     
19-24  Marzo  Matera Palazzo Lanfranchi
     
27 Marzo Piedimonte Matese Istituto Commerciale V. De Franchis
     
1-15  Aprile Pescara  Sala Esposizioni – Corso Umberto
     
29 Aprile – 5 Maggio Padova  Palazzo della Ragione
     
8-10 Maggio Vicenza Loggia del Capitaniato
     
1-6 Settembre Rovigo Sala “Pescheria Nuova”
     
20-30 Settembre Trieste Sala della Meridiana della Camera di Commercio

                  
                    
                    
                   
                                      
                       
        
                      
                   
              

Coppa del mondo fioretto: Alice Volpi vince la finale-derby con Elisa Di Francisca

La tappa italiana della Coppa del mondo di fioretto femminile ha avuto come protagoniste assolute le campionesse delle Fiamme oro Alice Volpi ed Elisa Di Francisca.

Sulle pedane del Pala Alpitour di Torino, dove si è svolto il Grand prix Fie trofeo “Inalpi”, le portacolori cremisi sono arrivate entrambe in finale, dove hanno incrociato le lame per conquistare la vetta del podio, in un derby targato Polizia di Stato di altissimo livello: la campionessa del mondo in carica contro l’oro olimpico di Londra 2012 e argento di Rio 2016.

Alla fine ha vinto Alice, che ha superato Elisa con il punteggio di 15-9 e un urlo liberatorio che ha fatto tremare il palazzetto: “Torino è sempre una gara particolare e poter festeggiare un’altra vittoria qui è bellissimo – ha detto Alice dopo la premiazione – Un podio tutto italiano era un sogno e sono felice di festeggiare con Elisa e Francesca (Palumbo, ndr), soprattutto in questa nuova location che è davvero magica. In finale contro Elisa non è stata semplice, ma volevo vincere e alla fine ho scaricato con quell’urlo tutta la tensione e anche la stanchezza per una gara lunga. Grazie a tutto il pubblico di Torino”.

Sul terzo gradino del podio anche l’altra azzurra Francesca Palumbo, sconfitta in semifinale da Elisa Di Francisca.

Per le fiorettiste cremisi è stata una marcia trionfale fino alla finale. Alice aveva iniziato la giornata eliminando la statunitense Madison Zeiss per 15-7, poi aveva affrontato l’azzurra Martina Favaretto superandola per 15-10; subito dopo è stata la volta della francese Morgane Patru, battuta per 15-9, e della tedesca Leonie Ebert, sconfitta con il punteggio di 15-8. Un po’ più faticosa è stata la semifinale con la russa Ivanova, finita 15 a 12.

Per Elisa Di Francisca si tratta del secondo podio successivo al suo rientro dalla maternità. Dopo aver superato la fase a gironi e il turno di qualificazione contro la francese Lacheray (15-11), Elisa ha sconfitto la statunitense Jacqueline Dubrovich (15-12), la sudcoreana Oh Hye Min (15-7), e l’altra statunitense Lee Kiefer (15-14). Poi solo avversarie azzurre per Elisa, che ha superato ai quarti Camilla Mancini per 15-11, e in semifinale Francesca Palumbo per 15-7.

Estorsioni e spaccio alla “Vecchia maniera”, 8 arresti a Siracusa

Svolgevano attività illecite alla “Vecchia maniera” (definizione che ha dato il nome all’operazione), in particolare traffico di droga ed estorsioni, basate sull’intimidazione mafiosa ottenuta a colpi di arma da fuoco e incendio dei mezzi d’opera delle ditte che non si piegavano alle richieste estorsive.

Leader degli otto criminali arrestati questa mattina dagli agenti della Squadra mobile di Siracusa era un esponente di vertice del clan mafioso dei Trigilia di Noto (Siracusa), che sfruttava i legami allacciati nel corso della sua lunga carriera criminale.

All’esecuzione dei provvedimenti, disposti dal Giudice per le indagini preliminari del tribunale di Catania, hanno collaborato gli uomini delle Squadre mobili di Milano, Messina e Novara. Altre due persone sono attualmente ricercate.

Gli indagati sono accusati, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso, porto e detenzione illegale di armi, estorsione aggravata dal metodo mafioso e dalla finalità di agevolare il clan Trigila.

Nel corso dell’attività investigativa sono stati effettuati diversi sequestri di droga.

Nel febbraio 2017, gli agenti della questura di Messina hanno fermato il figlio dell’unica donna del gruppo, con un chilo di cocaina nascosto nello sportello dell’auto sulla quale viaggiava.

Nel mese di maggio dello stesso anno due degli arrestati di oggi sono stati fermati dagli uomini delle Squadre mobili di Siracusa e Reggio Calabria con circa 71 chili di hashish occultati sul loro furgone.

L’indagine ha rivelato anche l’esistenza di una seconda associazione per delinquere, anch’essa dedita al traffico di droga, composta da cittadini del Marocco, localizzata a Milano ma con ramificazioni su Novara e Messina. Questo gruppo era in grado di far arrivare rilevanti quantità di sostanze stupefacenti, che venivano distribuite agli spacciatori in tutta Italia, compresi quelli arrestati a Siracusa.

Sergio Foffo

Stradale: attraversa l’autostrada, sanzionato

Circa 600 euro di multa, 15 punti in meno tolti dalla patente e la richiesta alla Motorizzazione della revisione della patente, al 52enne romano che ha attraversato a piedi l’Autostrada A11 per recuperare degli oggetti persi dal suo furgone.

L’uomo, mentre guidava si è reso conto di aver perso della merce finita dall’altra parte della carreggiata e ha pensato di fare retromarcia, scendere e attraversare l’autostrada, schivando auto e tir, per raggiungere il materiale caduto dal furgone e riportarlo nel furgone.

Ha rischiato di essere investito e di procurare un grave incidente sull’autostrada che avrebbe potuto coinvolgere tanti mezzi con conseguenze anche gravi.

Tutta la scena è stata ripresa dalle telecamere del Centro operativo della polizia Stradale della Toscana, così una pattuglia è intervenuta poco dopo e lo ha fermato.

L’episodio è avvenuto all’altezza della galleria di Serravalle Pistoiese, Pistoia.