A Roma un convegno alla Scuola di perfezionamento con il prefetto Giannini

Giannini scuola interforzeSi è svolta questa mattina a Roma, nell’aula magna “Prefetto Carlo Mosca” della Scuola di perfezionamento delle Forze di polizia, una tavola rotonda intitolata “La riforma della giustizia”, alla quale hanno partecipato il ministro della Giustizia Marta Cartabia e il capo della Polizia Lamberto Giannini; presente in platea anche la vicecapo della Polizia preposta all’Attività di coordinamento e pianificazione delle Forze di polizia Maria Teresa Sempreviva.

L’evento si inserisce nell’ambito del programma previsto dal XXXVII Corso di alta formazione, in svolgimento presso l’Istituto.

Convegno scuola interforzeDopo i saluti iniziali del direttore della Scuola Giuseppe La Gala, è intervenuto il prefetto Giannini che ha presentato l’evento con queste parole: “Noi crediamo molto nella formazione, questo corso è predisposto per preparare i migliori funzionari e ufficiali, e per farlo devono avere una crescita professionale, e quindi essere chiamati al confronto sulle tematiche più importanti del Paese, e avere la vostra disponibilità per poter discutere di un tema così importante come quello della riforma della giustizia, e poter sentire dalla viva voce dei protagonisti del mondo della giustizia, selezionati con l’attenzione dei ruoli, all’apice dei propri ruoli, per noi è molto importante”.

Subito dopo sono iniziati gli interventi dei relatori, moderati dal giornalista del Corriere della Sera Giovanni Bianconi.

Cartabia scuola interforzeGiovanni Salvi, procuratore generale presso la Corte suprema di cassazione è intervenuto sul tema “Prevedibilità dell’azione giudiziaria”; “Obbligatorietà dell’azione penale e nuove tempistiche del giudizio” è stato invece l’argomento trattato da Margherita Cassano, presidente aggiunto della Corte suprema di cassazione.

Paola Severino, presidente della Scuola nazionale dell’Amministrazione ha parlato della “Giustizia riparativa”, mentre Franco Coppi, professore emerito di Diritto penale, è intervenuto su “Riforma e difesa”. 

La tavola rotonda, si è conclusa con l’intervento del ministro della Giustizia Marta Cartabia.

Catania: operazione “Empire”, 7 arresti per traffico di sostanza stupefacenti

A Catania, i poliziotti della Squadra mobile hanno arrestato 7 persone appartenenti ad una associazione criminale specializzata nel traffico internazionale di droghe sintetiche.

Gli agenti hanno inoltre eseguito la confisca di una villa, di proprietà di 2 degli indagati, ritenuta provento dell’attività criminale.

Le indagini, svolte dal gennaio al settembre del 2020, hanno permesso di accertare che ingenti quantitativi di droga venivano importati dall’Olanda per poi essere spediti ad acquirenti statunitensi.

Le sostanze (ketamina, ectasy, mdma, a volte marijuana) arrivavano a Catania occultate all’interno di imballi contenenti mobili o beni di svariata natura e, una volta estratte dagli incarti, venivano stoccate in garage dei quali il gruppo disponeva in città.

La successiva rivendita avveniva tramite chat clandestine su portali del cosiddetto “deepweb”, nel cui ambito i membri dell’organizzazione utilizzavano il nickname “XXXMAFIAXXX” o “MAFIASTARS”.

Gli acquirenti pagavano le sostanze stupefacenti con somme in criptovaluta bitcoin che, una volta convertite in euro, venivano ripartite tra i membri dell’organizzazione tramite una serie di versamenti o ricariche su carte prepagate. La droga veniva poi spedita tramite raccomandate postali o corriere espresso riportanti come mittenti generalità fittizie ed occultata dentro svariati oggetti come barattoli di creme cosmetiche, statue in gesso, confezioni di puzzle, giradischi, amplificatori, casse audio, custodie di DVD, capi di abbigliamento, ed altro.

Dalle indagini è emerso che ogni mese il giro d’affari dell’organizzazione si aggirava intorno ai 150mila euro e che parte dei ricavi sarebbe stata investita nella costruzione della villa confiscata dagli investigatori.

All’operazione, denominata “Empire”, dal nome del portale del deep web in cui avveniva la rivendita delle sostanze stupefacenti, hanno partecipato anche personale della Direzione centrale per i servizi antidroga, equipaggi della questura di Catania, unità specializzate come Polizia scientifica e cinofili, agenti del Reparto prevenzione appositamente inviati dalla Direzione centrale anticrimine della Polizia di Stato – Servizio centrale operativo oltre che appartenenti all’organismo investigativo statunitense Homeland security investigation.

Oltre 30 i chili di droga recuperati attraverso vari sequestri, alcuni dei quali effettuati a seguito di provvedimenti di ritardato sequestro emessi dalla Direzione distrettuale antimafia, ai quali seguiva un’attività di consegna controllata internazionale in territorio americano con la collaborazione delle autorità degli Stati Uniti. Una delle sopracitate attività di consegna controllata di droga ha portato, nel febbraio del 2020, all’arresto di un 30enne americano che si apprestava a comprare 3 chili di mdma. In un’altra occasione invece, nel luglio dello stesso anno, agenti della Squadra mobile di Catania, coadiuvati dalla Direzione centrale per i servizi antidroga e da investigatori dell’Homeland security investigations, hanno effettuato un’attività sotto copertura di acquisto simulato di 1 chilo di mdma a seguito della quale, in territorio statunitense, è stato arrestato un altro acquirente americano.

Verelli Alessandro

Fuga dall’Ucraina: l’aiuto della Polizia

La tragedia della guerra in Ucraina sta costringendo molte persone ad abbandonare le proprie case e i propri averi per andare verso destinazioni per cercare accoglienza e ospitalità. Sono tanti anche quelli che arrivano nel nostro Paese, non senza difficoltà.

Ai nostri poliziotti è capitato di imbattersi in alcuni di loro.

Sull’autostrada A21, nell’area di servizio Piacenza “Nure nord”, Manuel e Michele, due giovani agenti del distaccamento Polizia stradale di Pizzighettone (Cremona), hanno prestato assistenza a un gruppo di rifugiati ucraini sordi.

Partiti da Kiev e da Charkiev, con le poche cose risparmiate dai bombardamenti, Vasyl, Dariia, Marika, Ludmila, Galina, Serghei e Vasyl, erano fermi nell’area di servizio dopo aver percorso tantissimi chilometri a bordo di un pullman. Il loro viaggio doveva proseguire verso diverse città, dove alcuni conoscenti li avrebbero ospitati ma per, loro la difficoltà, era poterli contattare. E così i due poliziotti, dopo avergli offerto la colazione, si sono adoperati per contattare un’associazione di Piacenza che li avrebbe accompagnati alla stazione ferroviaria, da dove potevano prendere il treno per la loro destinazione. Arrivato il momento di dividersi si sono salutati come veri amici nella lingua dei segni.

profughi ucrainiA Pordenone, invece, i poliziotti degli Uffici immigrazione e minori della Questura, si sono visti donare dai bambini dei tipici biscotti ucraini per la loro gentilezza e disponibilità nello svolgere le pratiche burocratiche relative al loro ingresso e accoglienza in Italia. Per i poliziotti è stata una vera emozione ricevere con tanta generosità quel dono speciale.

profughi ucraini “Mille grazie alla Polizia stradale di Ovada. Ci ricorderemo di Alessandria per molto tempo”. Sono le parole di un messaggio che, invece, una famiglia ucraina, in fuga dalla guerra e soccorsa sulla A26, ha scritto agli agenti della Polizia stradale intervenuti in soccorso.

profughi ucrainiI due genitori viaggiavano in auto con i bimbi piccoli procedendo lentamente sulla corsia d’emergenza quando sono stati notati dalla nostra pattuglia. Riuscire a capire la situazione non è stato facile perché nessuno dei cittadini ucraini parlava italiano; è stato necessario l’aiuto di un interprete per ricostruire il dramma. La famiglia aveva deciso di scappare mettendosi in viaggio quattro giorni prima, senza fare soste, per raggiungere dei parenti in Francia. Le scorte di cibo e acqua erano finite e i pochi soldi rimasti erano necessari per il carburante. In più era subentrato anche il guasto alla macchina.

profughi ucrainiI due poliziotti hanno chiamato un meccanico e poi sono andati all’area di servizio a comprare da mangiare per aiutarli a terminare il viaggio.

“Grazie per l’aiuto. Non vi dimenticheremo”. Così finiva il messaggio.

Roma: raccolta abusiva di scommesse, 4 denunciati

Commissariato San Paolo, 4 denunciati per scommesse abusiveGli agenti del commissariato di pubblica sicurezza San Paolo di Roma hanno denunciato 4 persone che gestivano una sala scommesse utilizzando nella loro attività provider internazionali non riconosciuti dai Monopoli di Stato.

Grazie a questo stratagemma, i titolari del locale, gestivano conti gioco per un ingente quantitativo di denaro proponendo offerte di scommesse più allettanti rispetto ai concessionari autorizzati.

Oltre alla denuncia è scattata anche una sanzione amministrativa e una segnalazione all’Ispettorato del lavoro perché all’interno dell’attività sono stati trovati 2 dipendenti non in regola con il contratto di lavoro.

È stata inoltre richiesto al Questore di Roma un provvedimento di cessazione definitiva dell’attività poiché il titolare non era in possesso della licenza di Polizia.

Il locale è stato sottoposto a sequestro penale, sequestrati anche 1.700 euro, frutto dell’attività illecita e vario materiale informatico.

L’operazione rientra nell’ambito delle attività di controllo sulle agenzie di scommesse sportive per arginare il fenomeno della ludopatia.

Les Conventions internationales

le convenzioni internazionali

La Convention sur l’élimination de toutes les formes de discrimination à l’égard des femmes, adoptée par l’Assemblée générale des Nations Unies (Convention on the Elimination of All Forms of Discrimination against Women – CEDAW), de 1979, a abordé d’une manière globale la question de la discrimination et des droits des femmes : le droit au travail, à la santé, à l’égalité devant la loi, au sein de la famille ou du foyer, en matière d’éducation et formation, dans leur participation à la vie politique.

Au fil des années, le Comité pour l’application de la Convention (Comité CEDAW) a rédigé des documents revêtant un caractère interprétatif, les General Recommendations. La General Recommendation n. 19, de 1992, concerne le mot de violence fondée sur le genre: la violence faite à l’égard d’une femme parce qu’elle est une femme, ou affectant les femmes de manière disproportionnée.

L’Assemblée Générale des Nations Unies a défini la violence à l’égard des femmes de la manière suivante : « tous les actes de violence dirigés contre le sexe féminin, et causant ou pouvant causer aux femmes un préjudice ou des souffrances physiques, sexuelles ou psychologiques, y compris la menace de tels actes, la contrainte ou la privation arbitraire de la liberté, que ce soit dans la vie publique ou dans la vie privée ». (Déclaration sur l’élimination de la violence à l’égard des femmes, DEVAW, 20 décembre 1993).

Le 11 mai 2011, le Conseil de l’Europe a adopté la nouvelle Convention sur la prévention et la lutte contre la violence à l’égard des femmes et la violence domestique (Convention d’Istanbul) qui a pour buts

  • de protéger les femmes contre toutes les formes de violence et de prévenir, poursuivre et éliminer la violence à l’égard des femmes et la violence domestique;
  • de contribuer à éliminer toutes les formes de discrimination à l’égard des femmes et de promouvoir l’égalité réelle entre les femmes et les hommes, y compris par l’autonomisation des femmes;
  • de concevoir un cadre global, des politiques et des mesures de protection et d’assistance pour toutes les victimes de violence à l’égard des femmes et de violence domestique;
  • de promouvoir la coopération internationale en vue d’éliminer la violence à l’égard des femmes et la violence domestique;
  • de soutenir et d’assister les organisations et les services répressifs, pour coopérer de manière effective afin d’adopter une approche intégrée visant à éliminer la violence à l’égard des femmes et la violence domestique.

La Convention souligne trois sujets fondamentaux : prévention des violences fondées sur le genre, protection des victimes de violences, sanction à l’égard des auteurs.

Selon la Convention

  • l’expression « violence à l’égard des femmes » doit être comprise comme une violation des droits de l’homme et une forme de discrimination à l’égard des femmes, et désigne tous les actes de violence fondés sur le genre qui entraînent, ou qui sont susceptibles d’entraîner pour les femmes, des dommages ou souffrances de nature physique, sexuelle, psychologique ou économique, y compris la menace de se livrer à de tels actes, la contrainte ou la privation arbitraire de la liberté, que ce soit dans la vie publique ou privée;
  • l’expression « violence domestique » désigne tous les actes de violence physique, sexuelle, psychologique ou économique qui surviennent au sein de la famille ou du foyer ou entre des conjoints ou partenaires anciens ou actuels, indépendamment du fait que l’auteur de l’infraction partage ou a partagé le même domicile que la victime;
  • le mot « genre » désigne les rôles, les comportements, les activités et les attributions socialement construits, qu’une société donnée considère comme appropriées pour les femmes et les hommes;
  • l’expression « violence à l’égard des femmes fondée sur le genre » désigne toute violence faite à l’égard d’une femme parce qu’elle est une femme ou affectant les femmes de manière disproportionnée;
  • le mot « victime » désigne toute personne physique qui est soumise aux comportements spécifiés aux points 1 et 2;
  • le mot « femme » inclut les filles de moins de 18 ans.

La Convention établit l’obligation pour les Etats d’ériger en infraction pénale toutes les pratiques discriminant et portant atteinte aux droits fondamentaux des femmes:

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