Reggio Calabria: gestivano cocaina per milioni di euro, 12 arresti

operazioneArrestate a Reggio Calabria 12 persone, mentre altre 2 sono ancora ricercate, per associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti. La metà di loro risulta già detenuta per altre cause.

L’indagine è stata sviluppata dal Commissariato di P.S. di Siderno a seguito della cattura di un latitante avvenuta nel 2016 nei Paesi Bassi. Durante le investigazioni i poliziotti hanno scoperto l’esistenza e l’operatività, nell’area ricompresa tra Bovalino, Careri e altri comuni della Locride, di una organizzazione criminale, con diramazioni in Puglia e Sicilia, finalizzata alla commissione di una serie indeterminata di delitti in materia di sostanze stupefacenti.

Per i loro traffici l’associazione a delinquere disponeva di basi logistiche insospettabili, come a Condofuri, dove un camping veniva utilizzato come luogo sicuro dove trattare gli affari illeciti dell’organizzazione con alcuni narcotrafficanti colombiani e albanesi.

La droga, perlopiù cocaina, veniva confezionata in panetti sotto vuoto e trasportata a bordo di autovetture dentro vani segreti realizzati da meccanici di fiducia, muniti di telecomandi che azionavano i congegni elettronici di apertura.

In un’occasione gli appartenenti di una famiglia hanno consegnato in un giorno tra Taranto, Lecce e Brindisi, un quantitativo di cocaina equivalente a 340 mila euro; denaro anch’esso nascosto al ritorno nei vani segreti che portò uno dei corrieri a dire che “… la macchina le sta vomitando …”, volendo sottolineare che le banconote erano così tante da non essere contenute nel nascondiglio.

Tra le altre accortezze per parlare tra loro i criminali utilizzavano telefoni dedicati esclusivamente a tali comunicazioni, ricorrendo all’uso di termini criptici e allusivi per indicare lo stupefacente cambiando repentinamente e freneticamente schede telefoniche quasi sempre intestate a terze persone ed utilizzando sim card estere prive di intestatario.

Durante l’indagine i poliziotti hanno sequestrato diversi chili di stupefacente, tre fucili e tre pistole con relative munizioni. La droga movimentata nel periodo compreso tra ottobre 2015 e febbraio 2016 è stata di circa 160 chili di cocaina per un valore all’ingrosso di 7 milioni di euro.  

Aeroporto di Fiumicino: arrestati imprenditori e pubblici funzionari corrotti

Aeroporto di FiumicinoLa Polizia di frontiera di Fiumicino ha eseguito cinque ordinanze di custodia cautelare nei confronti di alcuni titolari di aziende con attività nello scalo romano e di un alto funzionario dell’Enac (Ente nazionale per l’aviazione civile) locale.

Oltre agli arrestati risultano indagati anche due noti avvocati romani e altri imprenditori e funzionari del medesimo ente.

L’attività investigativa ha fatto emergere un sistema di corruzione con gli indagati che sovvenzionavano regolarmente i pubblici ufficiali affinché sorvolassero su una serie di irregolarità che avrebbero potuto portare alla revoca delle certificazioni necessarie per lavorare in ambito aeroportuale.

Il funzionario arrestato, un uomo di anni 58 anni, veniva sistematicamente remunerato con ogni sorta di benefit: dal pieno dell’auto, ai viaggi gratuiti, dalla messa a disposizione di una lussuosa autovettura, al pagamento dei servizi telepass e della manutenzione ordinaria e straordinaria del parco macchine familiare; non disdegnava, naturalmente, i pagamenti in contanti.

Attraverso le intercettazioni telefoniche e ambientali, i poliziotti hanno documentato come l’unica finalità perseguita dai funzionari Enac fosse quella di ottenere un guadagno da ogni loro azione od omissione.

Gli avvocati coinvolti, invece, volevano sfruttare la malleabilità del funzionario pubblico per esportare clandestinamente all’estero ingenti somme di denaro, con ogni probabilità riconducibili a loro clienti, sui quali gli investigatori stanno ancora indagando.

Lo squarcio aperto sul mondo aeroportuale ha fatto emergere un sistema di accreditamento di alcune ditte a discapito di altre, secondo la logica del clientelismo: chi riusciva ad entrare nel ricco mercato dell’aeroporto poi, grazie al consolidato sistema delle amicizie, dei favori e controfavori, rimaneva immune da qualsiasi forma di concorrenza, riuscendo così ad aggiudicarsi sempre lucrosi contratti.

Un noto imprenditore calabrese, ad esempio, grazie alla compiacenza del funzionario arrestato, stava cercando di accaparrarsi il business del trasporto del materiale radioattivo, per il quale aveva già acquistato alcuni aeromobili.

Gli indagati dovranno rispondere di corruzione e concussione nonché di falso, abuso di ufficio, bancarotta per distrazione e violazione delle norme ambientali.

Nel corso dell’operazione sono state sottoposte a sequestro preventivo alcune autovetture che rappresentavano il corrispettivo per l’attività infedele dell’impiegato pubblico.

Novara: scoperta psico-setta attiva da 30 anni

setta“Lui decide tutto. Lui decide chi puoi frequentare, dove puoi lavorare. Lui sceglie quali ragazze devono farlo divertire. Lui sceglie se puoi o non puoi frequentare i nostri “luoghi fatati”. Lui è Lui. Noi lo chiamiamo Lui o Il Dottore, perché non possiamo nominare il suo nome, non ci è concesso.

È stata una delle vittime che, con il suo agghiacciante racconto, ha portato la Squadra mobile di Novara e lo Sco (Servizio centrale operativo), a scoprire l’esistenza di una potente psico-setta, a cui capo c’era un uomo, ora 77enne, coadiuvato da alcune sue strette collaboratrici, definite delle vere e proprie aguzzine.

Il gruppo delle “bestie”, questo il nomignolo con il quale si chiamavano tra di loro, che aveva la base operativa nella provincia di Novara e diramazioni nella città di Milano e nel pavese, si è reso responsabili di numerosi reati in ambito sessuale, anche in danno di minori. 

L’indagine, durata oltre due anni e portata a compimento nella notte tra sabato e domenica, ha scardinato l’organizzazione criminale che, per oltre trent’anni, è riuscita a perseguire le proprie finalità delittuose, procurando alle vittime danni psicologici fino, in alcuni casi, alla permanente compromissione delle facoltà mentali. Nell’inchiesta sono state indagate 30 persone.

Le ignare vittime venivano reclutate grazie ad un centro psicologico ed una fitta rete di attività commerciali, tutte riconducibili alla setta, come due scuole di danza o una scuola di “Spada Celtica”, diverse erboristerie, una bottega di artigianato e una casa editrice.

Nessuno poteva ritenersi immune dal pericolo di immissione nell’organizzazione; anche ragazze dal livello culturale molto elevato ed apparentemente esenti da condizionamenti esterni, rischiavano di essere introdotte nella setta, qualora individuate come “prede”.

Questo perché l’organizzazione si serviva di psicologhe professioniste, a loro volta adepte, le quali, facendo leva su uno stato di fragilità emotiva delle “prede”, anche solo momentaneo, intraprendevano l’opera di indottrinamento ed inclusione.

Era previsto un preciso e dettagliato “schema”: le neofite venivano riempite di attenzioni, di premure e sottoposte ad un vero e proprio “lavaggio del cervello”.

In particolare le “prescelte”, generalmente giovani ragazze, anche adolescenti o addirittura bambine, venivano introdotte alla filosofia della setta ed iniziate a “pratiche magiche”: queste riguardavano, soprattutto, pratiche sessuali, spesso estreme e dolorose che servivano, nella logica impartita dal leader, ad annullare “l’io pensante”, “accendere il fuoco interiore” ed entrare in un “mondo magico, fantastico e segretissimo”. 

La setta finiva così per assorbire ogni aspetto della vita delle adepte, sia dell’ambito personale che familiare e quando anche i familiari non sottostavano alle volontà del “Dottore”, alle seguaci veniva imposto di tagliare ogni tipo rapporto con loro.

Il “Dottore” decideva inoltre l’indirizzo di studi, i corsi formativi o il lavoro che le ragazze dovevano effettuare, quasi sempre presso le attività commerciali legate all’organizzazione con il subdolo fine di vincolarle indissolubilmente.

Tutto questo determinava un vero e proprio isolamento dal mondo esterno che privava le vittime di ogni punto di riferimento, rendendole totalmente dipendenti dalla setta la quale, sebbene dannosa, costituiva a quel punto l’unico sostegno sia economico che morale.

Inoltre i membri dell’organizzazione dovevano versare delle quote che erano particolarmente esose nel caso di condizioni economiche agiate e spesso, i nuovi membri, venivano opportunamente scelti proprio fra persone facoltose.

Tutto è andato avanti sino a che una delle vittime è stata in grado di superare, in parte, i traumi derivati dalla frequentazione del gruppo, rompendo il muro di silenzio che avvolgeva questo impenetrabile mondo sommerso.

Le numerose perquisizioni e i sequestri sono stati eseguiti nelle prime ore di domenica dalla Squadra mobile di Novara e dallo Sco in collaborazione con le Squadre mobili di Torino, Milano, Genova, Pavia, Alessandria, Asti, Biella, Vercelli, Verbania e Aosta e degli equipaggi dei Reparti prevenzione crimine di Milano e Torino.

Palermo ricorda le vittime della strage di via D’Amelio

strage via damelioSono passati 28 anni ma il ricordo di quel giorno è ancora vivo in ognuno di noi. Il 19 luglio 1992 il giudice Paolo Borsellino fu assassinato a Palermo insieme ai poliziotti della sua scorta: Eddie Walter Cosina,  Emanuela Loi, Claudio Traina, Agostino Catalano e Vincenzo Li Muli. L’unico sopravvissuto fu Antonino Vullo che rimase gravemente ferito.

Quella domenica il magistrato stava andando a far visita alla madre, in via D’Amelio. Alle 16.58 l’esplosione di una Fiat 126, imbottita con 100 chili di tritolo, travolse il magistrato e i poliziotti di scorta, distruggendo decine di auto e provocando gravi danni agli edifici della via.

Il giudice aveva 51 anni, era stato nominato procuratore aggiunto di Palermo prendendo il posto del suo collega e amico Giovanni Falcone, anch’esso ucciso dalla mafia appena 57 giorni prima, insieme alla moglie Francesca Morvillo e agli agenti della scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro.

Oggi sul luogo della strage di via D’Amelio c’è un ulivo, piantato lì in ricordo delle vittime.

Anche quest’anno la questura di Palermo si raccoglierà per rinnovare la memoria del sacrificio di coloro che hanno perso la vita in quella strage.

Domenica, alle 9.30, si terrà la deposizione delle corone di alloro sulle tombe del giudice Borsellino e degli agenti Claudio Traina, Vincenzo Li Muli e Agostino Catalano, presso i cimiteri Santa Maria di Gesù e Santa Maria dei Rotoli di Palermo.

Alle 18.30 è prevista una cerimonia commemorativa, con la deposizione di corone di alloro in ricordo dei Caduti, presso l’Ufficio scorte della Questura.

Subito dopo, alle 19.30, sarà celebrata una messa in suffragio delle vittime, officiata dall’arcivescovo di Palermo, monsignor Lorefice.

Alle 20.30 inizierà l’evento organizzato dalla Questura per ricordare i caduti nella strage. Sarà possibile seguire la diretta sulle pagine Facebook della questura di Palermo e dell’Agente Lisa.

Sarà un momento dedicato al ricordo, che si svolgerà proprio di fronte alla Questura, in Salita Antonio Manganelli.

L’evento, che sarà aperto dal saluto del questore di Palermo Renato Cortese e condotto dalla giornalista del Tg2 Manuela Moreno, avrà come colonna sonora le note suonate dall’orchestra del liceo musicale e coreutico “Regina Margherita”, diretta dal maestro Francesco Di Peri.

Si esibirà, inoltre, il coro formato dai bambini della scuola media statale “Sandro Pertini” e dell’istituto comprensivo “Giovanni Falcone” che intonerà la canzone “Siamo Capaci”, scritta da Roy Paci insieme a Giuseppe Anastasi, un canto di rinascita e speranza per il futuro della Sicilia.

Durante la serata l’attrice Pamela Villoresi leggerà un estratto dal libro “Ti racconterò tutte le storie che potrò”, di Agnese Borsellino e Salvo Palazzolo.

Anche Alessio Vassallo, che conosciamo per aver interpretato la serie televisiva “Il giovane Montalbano”, parteciperà all’evento. L’attore impersonerà il giudice Borsellino interpretando un passo dell’intervista marziana, insieme al giornalista Francesco Vitale, che l’ha scritta in collaborazione con il figlio del giudice, Manfredi Borsellino, vice questore della Polizia di Stato.

In programma anche la proiezione di un video realizzato dalla questura di Palermo in memoria dei caduti nella strage di via D’Amelio e un video saluto della cantante Giorgia.

A Sestu (Cagliari), inoltre, paese d’origine di Emanuela Loi, primo Agente della Polizia di Stato donna caduta in servizio, ci sarà una cerimonia in suo onore.

Alle ore 9.30 presso la Cappella del cimitero, il cappellano provinciale della Polizia di Stato Eugenio Cocco officerà la Santa Messa commemorativa alla presenza dei familiari e delle autorità civili.

Nella medesima mattina, nel comune di Villamassargia (Sulcis-iglesiente) si svolgerà la cerimonia di commemorazione delle vittime di mafia con l’inaugurazione di nuove vie della legalità, tra queste, una sarà intitolata a Emanuela Loi.

Sergio Foffo

Concorsi: le regole di partecipazione in tempo di Covid-19

concorsiSono riprese le attività concorsuali dopo la sospensione dovuta all’emergenza del Covid-19.

Il decreto del ministro della Salute, adottato concerto con il ministro per la Pubblica Amministrazione, del 6 luglio 2020, ha stabilito le modalità a cui bisogna attenersi per garantire la sicurezza e la salute dei candidati nelle procedure concorsuali delle Forze armate, delle Forze di polizia e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco.