Campobasso: fermata “baby gang”, 11 giovani denunciati

baby gangNonostante la giovane età avevano creato intorno a loro un clima di terrore per atti di violenza, bullismo e intimidazione nei confronti di compagni di scuola, genitori e persone indifese; il branco si accaniva anche nei confronti di coetanei presi di mira casualmente.

La Squadra mobile di Campobasso, questa mattina, ha denunciato alla procura della Repubblica presso il tribunale dei Minorenni, 11 ragazzi che ai tempi a cui si riferiscono i fatti, avevano un’età compresa tra i 13 e i 17 anni.

Un gruppo ben consolidato che in poco tempo aveva riprodotto dinamiche tipiche della criminalità organizzata; 4 dei suoi componenti, considerati i capi, oltre ad esser indagati per furto, violenza, minacce, atti persecutori, percosse e lesioni personali sono accusati anche di associazione per delinquere.
Secondo le indagini gli altri 7 avrebbero avuto un ruolo più marginale pur facendo parte del gruppo e nonostante avessero partecipato alle gravi azioni di violenza.

Nei mesi scorsi, la Squadra mobile di Campobasso era stata interessata da una serie di fatti che riguardavano l’atteggiamento violento in città di alcuni ragazzi, anche molto giovani; determinante al fine delle indagini la collaborazione dei cittadini e delle istituzioni scolastiche.
Una giovane vittima aveva denunciato che era stata raggiunta dal “branco” mentre passeggiava lungo una delle strade principali della città, e dopo esser stata provocata verbalmente era stata colpita al volto, con una testata.
Tra gli eventi più gravi l’aggressione nei confronti del padre di una giovane vittima intervenuto per aiutare il figlio fuori dalla scuola mentre il branco lo stava malmenando. In quella occasione anche il genitore era stato aggredito con calci e pugni.

Le minacce e le ritorsioni venivano riservate, perlopiù alle ragazze, qualora si fossero rifiutate di cedere la merenda o piccole somme quotidiane di denaro.
È noto anche un episodio di violenza nei confronti di un uomo senza fissa dimora colpito con calci, di una rissa scatenata per futili motivi e di una violenta aggressione ai danni di un altro minore che ha provocato nella vittima 30 giorni di prognosi.

Vincenzo Caracciolo il poliziotto centenario che prese Lucky Luciano

È stato celebrato oggi, presso la questura di Roma, il 100° compleanno di Vincenzo Caracciolo, il poliziotto che ha fermato a Roma Lucky Luciano, il più famoso e pericoloso gangster mafioso italo-statunitense.

Ad accogliere Vincenzo il vice direttore generale della pubblica sicurezza Vittorio Rizzi, e il questore di Roma, Mario Della Cioppa ai quali ha raccontato il famoso episodio in cui fermò a Roma il celebre fuorilegge e lo portò in Questura dove poi gli fu notificato il foglio di via.

Vincenzo, nato a Gesualdo in provincia di Avellino il 23 gennaio del 1922, è stato un agente del Corpo degli agenti di pubblica sicurezza; dopo aver lavorato presso diversi uffici della Questura di Roma, approdò alla buon costume della prestigiosa Squadra mobile.

Vincenzo Caracciolo il poliziotto centenario che prese Lucky LucianoA 38 anni lasciò la Polizia per diventare assistente parlamentare, addetto alla sicurezza dei deputati, non dimenticando mai però l’avvio della sua carriera come poliziotto all’indomani della seconda Guerra mondiale; Vincenzo Caracciolo ebbe un approccio sempre corretto anche nei confronti dei più pericolosi criminali, secondo quella politica di vicinanza e prossimità, che diventerà presto lo slogan e il principio ispiratore dell’operato della Polizia di Stato.

Catanzaro: cure “alternative” a un paziente poi morto, arrestato medico

digosArrestato, a Catanzaro, un medico con l’accusa di omicidio colposo, per non aver curato in maniera adeguata un paziente con diverse e gravi patologie.

L’indagine della Digos del capoluogo calabrese si è sviluppata a seguito di intercettazioni telefoniche per altro procedimento penale.

Il sanitario, già destinatario di un provvedimento non definitivo di radiazione da parte dell’Ordine dei Medici di Teramo, è accusato di non aver effettuato una corretta diagnosi e abbia adottato una terapia non appropriata a un paziente affetto da cardiopatia con acuzie di infarto nel 2007, ipertensione, ipercolerestolemia, diabete e problemi di prostata, poi deceduto per un infarto del miocardio. Infatti il medico lo curava con pratiche non riconosciute dalla scienza medica, ne ha ritardando il ricovero ospedaliero e ha impedito l’attivazione di idonee terapie salvavita.

Il provvedimento cautelare è stato adottato anche per la non occasionalità della sua condotta: ha sollecitato cure alternative alla medicina ‘ordinaria’, prive di validità scientifica, anche per una paziente affetta da covid-19, mettendo in pratica i numerosi proclami antiscientifici diffusi sul suo profilo facebook, con ampio seguito.

Monza: arrestati rapinatori seriali

volante di notteQuattro persone sono finite in manette al termine dell’indagine della Squadra mobile di Monza dopo che in città si erano verificate una serie di rapine.

Per tutti gli indagati l’accusa è di rapina, sequestro di persona e lesioni.

Il 29 dicembre scorso, due giovani donne, dietro minacce verbali, erano state costrette a consegnare le borse, i cellulari e le chiavi dell’auto con cui i rapinatori erano poi fuggiti.

La notte di Capodanno, con una dinamica da vera e propria imboscata, a Monza, due ragazzi, mentre erano a bordo della propria auto, si erano visti sbarrare la strada da un individuo che aveva simulato un investimento. Fermata la macchina pensando di prestare soccorso, le vittime sono state aggredite con un’arma da taglio tanto che uno dei due ragazzi è rimasto ferito al collo, fortunatamente in forma lieve. I malviventi in quella occasione vista la situazione avevano poi desistito dal loro intento e si erano dati alla fuga.

All’alba del 10 gennaio il gruppo criminale, nelle vie della città, aveva compiuto 5 rapine fatte a distanza di pochi minuti l’una dall’altra. Tra queste quella nei confronti di un 70enne intento a fare rifornimento al distributore di benzina; l’uomo era stato avvicinato da due persone, di cui uno armato di pistola, e lo avevano costretto a consegnare denaro e le chiavi dell’auto; non riuscendo a guidarla per via del cambio automatico, lo avevano costretto a mettersi alla guida. La vittima, approfittando di una distrazione dei rapinatori, aveva fermato l’auto e si era dato alla fuga. I malviventi a questo punto avevano abbandonato l’autovettura; subito dopo avevano notato un uomo a bordo di una Renault Clio intento a uscire dal parcheggio della propria abitazione. Dopo averlo minacciato con la pistola, i malviventi erano riusciti a rapinarlo di soldi cellulare e auto con cui si erano dati alla fuga.
L’indagine è stata coordinata dalla procura della Repubblica di Monza.

Oristano: denunciate 58 persone che ricevevano indebitamente il reddito di cittadinanza

falsi redditi di cittadinanzaAd Oristano 58 cittadini stranieri sono stati denunciati per aver beneficiato indebitamente del reddito di cittadinanza.

Su input dell’Ufficio immigrazione, che aveva riscontrato delle anomalie nella documentazione reddituale fornita da alcuni soggetti richiedenti il permesso di soggiorno, sono scattate le indagini della Squadra mobile durate alcuni mesi.

L’INPS ha fornito informazioni e dati in ordine alla percezione del Reddito di cittadinanza da parte dei cittadini stranieri della provincia.

Gli elementi acquisiti hanno permesso di rilevare che i denunciati erano sprovvisti dei requisiti previsti dalla legge per l’ottenimento del sussidio.

Requisiti come la mancanza del permesso di soggiorno di lungo periodo, della carta di soggiorno per familiari di cittadini dell’Unione Europea nonché la residenza sul territorio nazionale da almeno 10 anni.

I cittadini stranieri, presentando dichiarazioni false o irregolari, hanno ottenuto e ricevuto per diversi mesi il sussidio non dovuto. In alcuni casi il denaro è stato spedito presso i Paesi d’origine mediante il sistema del money transfer.

La normativa sul Reddito di cittadinanza prevede la reclusione da 2 a 6 anni per coloro che fanno o utilizzano documenti falsi o omettono informazioni dovute al fine di ottenere indebitamente il beneficio.