Potenza: indagati 17 appartenenti al clan mafioso dei Riviezzi

Eseguite dalla Squadra mobile di Potenza 17 misure cautelari nei confronti degli appartenenti del clan mafioso dei Riviezzi di Pignola, operativo di fatto in tutta la provincia potentina.

Disposto anche il sequestro preventivo delle quote e del complesso aziendale delle società “Bar del Tribunale srl” e “Gioca e Vinci srls”.

L’indagine ha permesso di far luce sull’attività criminale del clan che da diversi anni controllava la gestione del bar all’interno del Palazzo di giustizia del capoluogo della Basilicata oltre ad essere attivo nelle estorsioni e nello spaccio di stupefacenti.

I poliziotti hanno anche documentato la capacità dell’organizzazione criminale di condizionare alcuni settori della pubblica amministrazione locale, di governare il sistema degli appalti boschivi ed infiltrarsi, sin dal 2017, quale segno di audace auto-affermazione in un luogo simbolico, nella gestione del bar-caffetteria del Palazzo di Giustizia.

Le indagini hanno dimostrato come le società che dal 2017 si sono succedute nella gestione del locale, sebbene intestate a semplici prestanome avvicendatisi in modo da schermare efficacemente l’interposizione, siano state, fino ad oggi gestite, da appartenenti al clan. E quando nel 2018, una società ha tentato di partecipare all’aggiudicazione dell’appalto, i criminali sono riusciti, attraverso una condotta estorsiva a farla recedere dal ricorso al Tar.

Durante l’attività investigativa, a seguito del riscontro di nuovi elementi, i poliziotti hanno accertato il pieno coinvolgimento di due esponenti del clan nell’omicidio di mafia del 2 aprile 2008 in danno di Tetta Giancarlo, perpetrato nel contesto della lunga e sanguinosa faida che dal 1991 ha scandito la storia dei rapporti con i clan avversari operanti a Melfi.

Sono state inoltre documentate le attività estorsive che dal 2013 i Riviezzi esercitavano in danno di imprenditori e commercianti e la responsabilità nella tentata rapina a mano armata del settembre 2017 ai danni dell’ufficio postale di via Grippo e il furto aggravato del giugno 2018 ai danni dell’ufficio postale di via Messina, da dove vennero rubati 235 mila euro.

Per lo svolgimento delle attività di arresto, perquisizione e sequestro, il Servizio centrale operativo della Polizia di Stato ha disposto l’invio a Potenza di equipaggi delle Squadre mobili di Matera, Avellino, Cosenza e Salerno che, con l’ausilio di personale della Squadra mobile di Napoli, Bologna ed Ascoli Piceno, hanno eseguito attività di polizia giudiziaria anche in Campania, Lazio ed Emilia Romagna.

In totale sono stati impiegati circa 150 agenti tra personale della questura di Potenza, dei Reparti prevenzione crimine Basilicata, Puglia, Campania e Calabria nonché operatori specializzati della Polizia scientifica.

Bari: arrestate 99 persone del clan Strisciuglio

operazioneOperazione “Vortice- Maestrale” di Polizia e Carabinieri a Bari e provincia con l’esecuzione 99 misure cautelari.

Nella notte oltre 400 uomini e donne della Questura di Bari e del Comando provinciale dei Carabinieri, in un’azione congiunta, hanno catturato capi e affiliati del clan Strisciuglio, indagati, a vario titolo, per associazione di tipo mafioso, detenzione e porto di armi, anche da guerra, associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, omicidi e tentati omicidi, estorsioni, minacce, lesioni e rissa.

L’operazione è la conclusione di un’indagine avviata nel 2015 dalla Squadra mobile e dal Nucleo investigativo del Reparto operativo dei Carabinieri, che hanno portato al sequestro, negli ultimi anni, anche di considerevoli quantitativi di sostanze stupefacenti e di armi.

Nel corso dell’indagine sono state documentate le mire espansionistiche del gruppo mafioso e la proliferazione dello stesso nell’intera area della città metropolitana.

Con micidiali e sanguinose azioni di fuoco, il clan Strisciuglio aveva preso il sopravvento sul clan Mercante all’interno del quartiere Libertà, acquisendo, in quella parte nevralgica del capoluogo pugliese, il controllo esclusivo delle attività di spaccio e delle estorsioni ai danni dei titolari di attività produttive.

Il clan era riuscito ad imporre ai gestori di alcuni esercizi pubblici del centro di Bari, l’installazione di apparecchi per il gioco, con vincite in denaro, forniti da un’azienda gestita da uno degli affiliati, il quale versava, poi, parte degli introiti nelle casse della cosca, ottenendo in cambio il monopolio di fatto, nel settore.

Le indagini hanno consentito anche di fare luce sulla violenta rissa avvenuta all’interno del carcere di Bari, l’11 gennaio 2016, nel corso della quale si erano fronteggiati, tra gli altri, elementi apicali del clan Misceo, già attivo nel quartiere San Paolo e in Palo del Colle ed esponenti di vertice del clan Strisciuglio determinando la supremazia territoriale dei Strisciuglio.

È stato inoltre accertato come il Clan abbia assunto il controllo delle piazze di spaccio, riversando nella vendita al dettaglio gli ingenti rifornimenti di sostanze stupefacenti, assicurati, sino al 2017, anche da alcuni appartenenti al clan Parisi-Palermiti (operativi nel quartiere Japigia di Bari), che in quel periodo stavano cercando di acquisire una propria autonomia e avevano stretto importanti rapporti commerciali con alcuni esponenti del clan Strisciuglio.

Gli investigatori hanno anche evidenziato come gli Strisciuglio fossero organizzati in modo federale; il clan era suddiviso in cellule dotate di margini di autonomia operativa e, allo stesso tempo, legate tra di loro da solidi vincoli di interconnessione organizzativa e funzionale.

La capacità di controllo capillare dell’organizzazione mafiosa oltre che sul territorio era esercitata anche all’interno del carcere di Bari, imponendo il proprio ruolo egemonico in talune sezioni e svolgendo un’instancabile attività di proselitismo, soprattutto nei confronti delle giovani generazioni.

Dalle investigazioni è inoltre emerso che i vertici del clan continuavano a gestire le attività illecite e ad impartire ordini e direttive anche durante la detenzione, tramite i familiari ma anche in via diretta utilizzando telefoni cellulari consegnati clandestinamente in carcere.

Postale: oscurati 7 siti di finto trading online

Trading onlineSiti di trading online scoperti dalla Polizia postale sono stati oscurati in Italia perché senza le necessarie autorizzazioni e collegati ad organizzazioni criminali che simulavano le transazioni digitali acquisendo di fatto i capitali delle vittime. L’indagine è stata avviata dopo la segnalazione della Consob che ha evidenziato come certi siti, privi di autorizzazione, offrivano agli utenti strumenti finanziari, servizi e attività d’investimento-truffa.

Dopo aver accertato la mancanza delle autorizzazioni legali che inevitabilmente influisce in termini di evasione fiscale, gli investigatori si sono preoccupati di evidenziare le attività illegali che spesso si celano dietro questi siti fra le quali, in primo luogo, il fenomeno del falso trading online.

Dall’insieme delle informazioni raccolte in particolare su 7 siti Internet specializzati a tali attività, il Gip di Roma ha disposto il sequestro preventivo ordinando ai provider operanti sul territorio nazionale di inibirne il raggiungimento da parte degli utenti che si collegano dall’Italia.

L’emergenza sanitaria per il Covid19 ha dato maggiore impulso alle attività finanziarie online a causa delle restrizioni imposte.  Molti cittadini, con le attività commerciali chiuse, e avendo a disposizione dei capitali fermi sui conti correnti, si sono fatti attrarre dalla prospettiva di facili guadagni derivanti da investimenti “sicuri” che purtroppo, il più delle volte si sono dimostrati truffe.

La vittima versa i capitali nella convinzione di fare un investimento, ma i soldi anziché essere investiti, come sembra dal portafoglio online, vengono acquisiti dal gruppo criminale che opera all’estero con la conseguenza e inevitabile di perdite di capitale verso Paesi stranieri. Solo nel 2020 la Polizia postale ha trattato 358 casi con oltre 20 milioni di euro di danno.

Concorsi: la Polizia di Stato cerca 64 commissari tecnici

funzionario tecnicoSulla gazzetta ufficiale – concorsi ed esami – di oggi 23.04.2021 sono pubblicati i seguenti cinque concorsi per commissari tecnici della Polizia di Stato per i quali sono state create le relative pagine nei concorsi in atto:

– n. 24 posti di commissario tecnico fisico della Polizia di Stato;

– n. 13 posti di commissario tecnico ingegnere della Polizia di Stato;

– n. 12 posti di commissario tecnico biologo della Polizia di Stato;

– n.  9 posti di commissario tecnico psicologo della Polizia di Stato;

– n.  6 posti di commissario tecnico chimico della Polizia di Stato.

Le domande di partecipazione potranno essere presentate dalle ore 00.00 del 24 aprile 2021 alle ore 23.59 del 24 maggio 2021.

Il candidato dovrà inoltre essere in possesso di un indirizzo di posta elettronica certificata (PEC) a lui personalmente intestata, ovvero di posta elettronica istituzionale (corporate) per i candidati appartenenti alla Polizia di Stato, dove riceverà le comunicazioni relative al concorso.

Milano: scoperta truffa delle scarpe contraffatte

operazione "fake shoes"Avevano messo in piedi un negozio virtuale attraverso un sito internet in cui vendevano scarpe contraffatte. L’operazione “Fake shoes” è stata portata a termine dal commissariato Greco Turro della questura di Milano e dalla Polizia postale che, pochi giorni fa, hanno eseguito l’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di tre giovani, mentre un quarto risulta indagato. L’accusa è di associazione per delinquere, truffa, ricettazione indebito utilizzo di carte di pagamento intestate a terzi e autoriciclaggio. I ragazzi hanno un’età compresa tra i 22 e i 23 anni.

L’indagine prende il via, a gennaio scorso, in seguito ad una denuncia presentata al commissariato in cui si evidenziava il modus operandi di un giovane che aveva richiesto agli amici della propria cerchia, l’attivazione di carte Postepay e l’intestazione di schede telefoniche; a distanza di qualche tempo, gli amici si erano insospettiti a causa del transito di elevate somme di denaro sui conti correnti.

A questa denuncia ne erano seguite altre due simili presentate alla Polizia postale di Milano.

Nelle prime fasi investigative, effettuate in sinergia tra il Commissariato e la Polizia postale, sono stati identificati due ragazzi al vertice dell’organizzazione e sequestrate, 23 carte di pagamento, 3 personal computer e 17 apparecchi cellulari, un paio di sneakers ancora imballate e numerosi appunti relativi alla gestione dell’attività di calzature sportive.

Con il materiale sequestrato è stato possibile approfondire l’indagine facendo luce su un’attività di commercio online di calzature contraffatte provenienti dalla Cina ed immesse sul mercato come fossero originali.

Stando alle analisi dei conti correnti e degli apparecchi telefonici, gli investigatori hanno accertato che l’organizzazione, in poco tempo, aveva avuto contatti con 1.172 clienti che avevano acquistato calzature false riportanti famosissimi marchi.
Dalle ulteriori indagini si è scoperto che il sito Internet a cui faceva capo la società fondata dai giovani, veniva pubblicizzato anche attraverso i più comuni social network.

I guadagni di tale attività confluivano nei diversi conti correnti per poi essere investiti per la stessa attività o per l’acquisto di criptovalute. Nel 2020 l’attività imprenditoriale aveva fatturato un giro di affari intorno ai 300 mila euro.

Ogni appartenente all’organizzazione aveva un ruolo ben determinato e regole precise anche nell’attività di monitoraggio dei sistemi di sicurezza studiati appositamente per eludere eventuali indagini delle Forze dell’ordine; il compito era quello di eliminare ogni traccia dell’attività illecita riconducibile all’organizzazione.