Sicurezza Paesi UE: approvato il Policy Advisory Document

riunioneSi è tenuto oggi il Comitato operativo per la sicurezza interna dell’Unione Europea che riunisce i vertici delle Forze di polizia dei paesi membri, a cui ha preso parte la delegazione italiana, guidata dal vice capo della Polizia Maria Teresa Sempreviva preposta all’Attività di Coordinamento e Pianificazione.

L’Assemblea è chiamata periodicamente a pronunciarsi su tematiche attinenti alla sicurezza dell’Unione e dei suoi cittadini e a fornire ai ministri dell’Interno e della Giustizia un quadro giuridico e cognitivo aggiornato sulle minacce e sulle priorità strategiche in ambito securitario. Nella riunione odierna è stato approvato il Policy Advisory Document (PAD), che individua le principali minacce criminali alla sicurezza dell’UE dal 2022 al 2025.

Nel documento, per la prima volta e su input del nostro Paese, è stata recepita la proposta di inserire tra le priorità strategiche della sicurezza dell’UE il contrasto alle organizzazioni criminali Mafia-style.

L’Italia si è inoltre resa disponibile ad essere il driver nello sviluppo della nuova priorità e di altre importanti priorità nel contrasto delle attività criminali.

Tutti i partner europei hanno ribadito l’importanza del contrasto alle organizzazioni criminali più sofisticate e letali, cioè quelle contraddistinte dal carattere poli-criminale, identitario, di affiliazione e appartenenza, che fanno dell’intimidazione, e del forte legame associativo fra i sodali, lo strumento per tentare di contaminare silenziosamente politica, economia e istituzioni.

Il Co.S.I. si è occupato anche dei riflessi che la pandemia ha sulla sicurezza interna degli stati al fine di individuare le buone prassi e le misure di contrasto ad attività illecite come la contraffazione dei vaccini e dei certificati vaccinali in vista dell’imminente entrata in vigore del digital green certificate che agevolerà la circolazione all’interno dell’Unione Europea.

Milano: manifestazione non autorizzata, indagati 13 giovani

La Polizia di Stato ha eseguito questa mattina a Milano 13 decreti di perquisizione domiciliare nei confronti di altrettanti giovani, 10 maggiorenni e tre minorenni, tutti indagati in concorso tra loro per manifestazione non preavvisata, violenza e resistenza a pubblico ufficiale aggravate.

Gli indagati sono responsabili degli episodi di violenza commessi contro le forze dell’ordine lo scorso 10 aprile, nei pressi di piazza Selinunte. Un cittadino marocchino di 27 anni, con numerosi precedenti di polizia, che brandiva un machete, è stato indagato anche per porto d’armi.

Quel giorno la Questura di Milano dopo aver ricevuto la segnalazione di un assembramento di circa 300 giovanissimi in via Micene, aveva organizzato un servizio di ordine pubblico. L’arrivo delle Forze dell’ordine aveva provocato una violenta reazione dei ragazzi che, per una ventina di minuti, le avevano fronteggiate con fitti lanci di sassi, bottiglie e bastoni.

L’attività investigativa svolta nei giorni successivi dalla Squadra mobile, dalla Digos con il contributo del Commissariato Bonola e il supporto della Polizia postale e comunicazioni e della Polizia scientifica lombarde, ha permesso di scoprire che l’assembramento era stato organizzato da due rapper 19enni per girare, con i loro fan, un video musicale.

Il questore di Milano, inoltre, ha emesso alcuni provvedimenti di prevenzione a carico di sei degli indagati, i quali sono tutti con precedenti di polizia per spaccio di sostanze stupefacenti, reati contro la persona e reati contro il patrimonio.

L’operazione di questa mattina è stata condotta con il supporto del Reparto mobile, del Reparto prevenzione crimine Lombardia e dell’Ufficio prevenzione generale della questura di Milano intervenuto, oltre che con le Volanti, anche con unità cinofile antidroga.