La Polizia di Stato compie 40 anni

Oggi ricorre una data storica: esattamente 40 anni fa veniva approvata la legge 121 che rifondava il sistema della sicurezza del nostro Paese dando vita alla Polizia di Stato, la prima Forza di polizia ad ordinamento civile. Un cambiamento epocale non solo formale.

La riforma ha conferito al ministro dell’Interno la funzione di Autorità nazionale di Pubblica Sicurezza e al Prefetto e Questore quella di Autorità provinciali, rispettivamente con competenza generale e tecnico-operativa per la gestione dell’ordine e della sicurezza pubblica, e ha introdotto il Dipartimento della Pubblica Sicurezza, a capo del quale è preposto il capo della Polizia – direttore generale della Pubblica Sicurezza.

Al capo della Polizia è affidato il coordinamento di tutte le Forze di polizia per l’assolvimento dei servizi di ordine e sicurezza pubblica.

Con la Legge sono stati istituiti nella Polizia di Stato i ruoli dei tecnici e dei sanitari nonché quello degli ispettori, quest’ultimo con compiti inizialmente solo investigativi. Alle donne venne riconosciuta la parità di trattamento economico, di carriera e di funzioni e fu introdotta la figura dei sindacati di polizia.donneLa riforma ha inoltre rafforzato i valori che contraddistinguono la nostra missione e la memoria di chi ci ha preceduto sacrificando la propria vita al servizio degli altri. Tali valori hanno assunto maggiore rilevanza rafforzando i concetti di identità e servizio.

Un servizio fatto di assidua presenza tra la gente, come parte integrante delle comunità, sempre pronti ad aiutare chi è in difficoltà o vive in condizioni di bisogno.

Il profondo cambiamento, che ha rinnovato le tradizioni per costruire un futuro improntato sempre più al concetto di prossimità e vicinanza, è stato raccontato nella pubblicazione “La riforma dell’Amministrazione della Pubblica Sicurezza- Esserci sempre al servizio del bene comune”, in un foglietto erinnofilo dedicato alla ricorrenza, prodotto dall’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, e con una medaglia celebrativa coniata appositamente per tale significativo anniversario.foglietto erinnofilo 40 anni dalla legge 121 del 1981

Il prefetto Carlo Mosca, scomparso lo scorso 30 marzo, è stato uno degli ideatori della riforma ed ha curato la realizzazione del libro in cui sono raccolti anche i contributi di autorevoli figure istituzionali, del mondo ecclesiastico, della cultura e della società civile.

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel suo messaggio ha sottolineato come “La legge 121 del 1981 è caposaldo vivo e vitale dei nostri tempi: ha rapportato l’agire della Polizia nella società ai valori della Costituzione repubblicana, affidandole una missione non dissipata in un compito meramente securitario, bensì proiettata esplicitamente verso la cura dell’ordine democratico del Paese”.

“Oggi – scrive ancora Mattarella – la Polizia è un corpo dello Stato che i cittadini riconoscono come amico, accessibile e aperto, un elemento di coesione. Una “empatia democratica”, guadagnata sul campo anche nei giorni durissimi di questo annus horribilis appena trascorso”.

Il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese, nella prefazione, ha rimarcato come “La legge n. 121 è giustamente ricordata per aver fatto del coordinamento delle Forze di polizia il suo punto di forza, l’elemento fondante di un nuovo sistema di sicurezza, in grado di moltiplicare la performance operativa di ogni singolo attore”. L’esperienza maturata in questi 40 anni “Dà evidenza del valore aggiunto che la messa in rete, il dialogo, la collaborazione tra quanti operano nel settore della sicurezza produce in termini di portata e valore dei risultati ottenuti”.La medaglia commemorativa per i 40 anni dalla legge 121 del 1981

Franco Gabrielli, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega ai servizi di sicurezza della Repubblica, nel suo contributo ha ricordato invece la complessità del lungo iter parlamentare che portò alla riforma: “Questo faticoso procedere, come sottolineò il relatore della legge alla Camera, l’onorevole Oscar Mammì, contribuì a evitare quanto il terrorismo e la criminalità si proponevano, evitare cioè che si realizzasse il fine di “dissaldare”, in un Paese a democrazia piuttosto giovane, le Istituzioni dai cittadini, i poliziotti dai lavoratori”.

Il capo della Polizia Lamberto Giannini ha infine evidenziato: “Celebriamo questo 40° anniversario non solo con iniziative formali ma dando attuazione al processo riformatorio delle articolazioni centrali e territoriali del Dipartimento della PS. Una riorganizzazione che, pur conservando lo spirito di quella straordinaria legge, ne attualizza i contenuti. Per avere un Dipartimento della PS e una Polizia di Stato al passo coi tempi, in grado di rispondere alle istanze di sicurezza delle nostre comunità”.

Concorsi: pubblicato bando per l’assunzione di 130 commissari

commissariNella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana 4^ Serie speciale “Concorsi ed esami” del 30 marzo 2021 è pubblicato il bando del concorso pubblico, per titoli ed esami, per l’assunzione di 130 commissari della Polizia di Stato.

Le domande di partecipazione potranno essere presentate dalle ore 00.00 del 31 marzo 2021 alle ore 23.59 del 29 aprile 2021.

Il candidato dovrà inoltre essere in possesso di un indirizzo di posta elettronica certificata (PEC) a lui personalmente intestata, ovvero di posta elettronica istituzionale (corporate) per i candidati appartenenti alla Polizia di Stato, dove riceverà le comunicazioni relative al concorso.

Il bando e le altre informazioni sono presenti al seguente link: https://www.poliziadistato.it/articolo/1416062071dcb74f130205478

Covid19: la Polizia perde il vice ispettore Vincenzo D’amico

vice ispettore Vincenzo d'AmicoAnche Vincenzo se ne è andato per colpa del Covid19.
Il vice ispettore della Polizia di Stato Vincenzo D’Amico aveva 52 anni e faceva servizio presso la Squadra di Polizia giudiziaria del Tribunale di Nocera Inferiore in provincia di Salerno.

Entrato in Polizia nel 1992, Vincenzo era stato assegnato al Reparto mobile di Catania, poi aveva svolto servizio a Napoli e dopo aver frequentato il corso da sovrintendenti a Caserta nel 1998, trasferito al commissariato di San Giovanni a Teduccio di Napoli; successivamente ottenne il trasferimento alla Procura di Napoli e infine alla sezione di P.G. della Procura di Nocera Inferiore.

Enzo era ricoverato dal 10 marzo all’Ospedale San Giovanni di Dio e Ruggi D’Aragona di Salerno e ieri a causa delle complicazioni dovute al virus è deceduto lasciando la moglie Raffaela e i due figli, Manuele e Davide.

La Polizia di Stato perde un altro amato figlio e si unisce al dolore della moglie, dei figli, dei parenti, degli amici e dei colleghi, stringendosi a tutti quelli che lo hanno conosciuto e amato.

Postale: pedopornografia online, 46enne arrestato

È stato trovato in possesso di oltre 1.000 file di immagini e video a carattere pornografico ritraenti minori, in molti casi abusati o torturati, anche in tenerissima età.

Un 46 enne disoccupato della provincia di Reggio Calabria è stato arrestato in flagranza dagli specialisti del Compartimento Polizia postale del capoluogo, dopo la segnalazione arrivata attraverso il circuito internazionale di cooperazione in materia di contrasto allo sfruttamento dei minori nella produzione di materiale pornografico, scambiato e divulgato online.

L’arresto di oggi, è avvenuto a distanza di pochi giorni dall’operazione “Canada 2.0” dove oltre 100 persone in tutta Italia sono rimaste coinvolte in reati riguardanti la pedopornografia.

Attraverso indagini tecniche e tradizionali gli investigatori hanno accertato la responsabilità dell’uomo e, nel corso della perquisizione nell’abitazione e da un’analisi sommaria dell’enorme materiale informatico sequestrato, lo hanno arrestato.

Scherma: Fichera e Santarelli spade d’oro in Coppa del mondo

Squadra spada Fichera SantarelliCon una fantastica ed emozionante rimonta nell’ultimo assalto Marco Fichera ha portato la squadra azzurra sul podio più alto della tappa russa della Coppa del mondo di spada, che si è conclusa il 23 marzo sulle pedane di Kazan.

Insieme a Marco è stato protagonista anche l’altro portacolori delle Fiamme oro, Andrea Santarelli, entrambi ormai colonne portanti della squadra maschile di spada che ha vinto l’argento ai Giochi olimpici di Rio 2016 e ha già guadagnato la qualificazione per Tokyo. Completano il quartetto azzurro Enrico Garozzo e Gabriele Cimini.

La finale contro l’Ucraina è stata tiratissima  e quando Marco Fichera è salito in pedana per l’ultimo assalto contro Anatolii Herey, l’Italia era sotto per 30-37. Con un parziale di 14-6 lo spadista cremisi ha recuperato lo svantaggio concludendo la gara con il punteggio di 44-43, ripetendo l’eccellente prestazione che, nel minuto supplementare della semifinale contro la Russia, gli aveva permesso di piazzare la stoccata vincente del 33-32.

Squadra spada Fichera SantarelliIn precedenza il quartetto azzurro aveva superato prima la Danimarca per 45-37 e poi la Corea del Sud per 44-40.

“Era passato un anno dall’ultima gara, non sapevamo bene cosa aspettarci – ha detto Andrea Santarelli commentando la gara – Non abbiamo tirato la nostra miglior scherma e forse per questo aver vinto è ancora più importante, vuol dire che abbiamo ancora grandi margini di crescita. Abbiamo avuto tutti quanti alti e bassi, ma siamo rimasti lì, compatti, solidi. Abbiamo poi dato prova di essere una squadra importante, che quando conta sa fare grandi cose, e sa vincere. Abbiamo dimostrato a noi stessi e al resto del mondo, che la strada per Tokyo è tracciata ed è abbastanza evidente dove vogliamo e possiamo arrivare”.

Marco Fichera ha descritto tutta la sua felicità per questa vittoria sulle pagine dei suoi social: “Abbiamo vinto. Lo abbiamo fatto nel mondo più bello, quando tutto sembrava perso e quando chiunque avrebbe smesso di crederci, ma se ho imparato una cosa in questi anni è che non è finita finché non è la matematica a darne la certezza. Abbiamo dimostrato la compattezza di un gruppo che ha lavorato per questo successo. Sono davvero felice per me ed i miei compagni perché vincere, in Coppa del mondo dopo 1 anno di stop, in una delle ultime gare prima delle Olimpiadi non può che far bene a noi e a tutto l’ambiente. Grazie a chi ci ha seguiti e inondati di affetto e tifo”.

Sergio Foffo