Attraversa sui binari e cade, salvato dalla Polizia ferroviaria

Il mancato rispetto delle regole di comportamento in ambito ferroviario può farci rischiare di perdere la vita. È proprio ciò che è successo ieri alla stazione di Formia (Latina), dove un 38enne, nonostante le sue evidenti difficoltà di deambulazione, ha cercato di attraversare a piedi i binari, cosa assolutamente pericolosa e vietata.

Durante il tentativo l’uomo ha perso l’equilibrio ed è caduto sui binari. Per fortuna gli agenti della Polizia ferroviaria sono sempre attenti, e si sono accorti in tempo reale di ciò che stava accadendo.
I poliziotti sono subito corsi in soccorso dello sprovveduto viaggiatore, sono scesi nella sede ferroviaria, lo hanno sollevato e accompagnato sul marciapiede.

Subito dopo aver verificato il suo stato di salute, gli agenti hanno contestato al viaggiatore una violazione amministrativa per l’attraversamento irregolare dei binari, proprio mentre un treno passava nel punto esatto in cui l’uomo era caduto.

Trapani: duro colpo a clan mafioso vicino a Matteo Messina Denaro

operazioneBlitz della Polizia di Stato a Trapani e provincia, dove gli uomini del Servizio centrale operativo e delle Squadre mobili di Trapani e Palermo hanno eseguito 13 fermi per associazione mafiosa, estorsione, incendio, furto, favoreggiamento personale e corruzione elettorale, aggravati dal metodo mafioso. Alcuni degli indagati sono ritenuti, inoltre, vicini al latitante Matteo Messina Denaro.

Le indagini hanno permesso di ricostruire una fitta rete di affiliati e fiancheggiatori del clan mafioso del mandamento di Alcamo, operante principalmente nel comune di Calatafimi-Segesta.

A capo del mandamento un uomo già condannato per il 416 bis nell’ambito dell’indagine, denominata Crimiso, che nel 2012 aveva portato all’arresto di alcuni affiliati appartenenti anche alle famiglie di Castellammare del Golfo e di Alcamo. A lui facevano riferimento gli odierni fermati, che venivano ricevuti riservatamente all’interno di una fatiscente dependance attigua alla sua masseria. In quel contesto sono state assunte le principali decisioni ritenute rilevanti per Cosa Nostra e monitorate le dinamiche criminali nel territorio di riferimento.

Il capo clan era diventato, inoltre, l’interlocutore privilegiato di personaggi provenienti da altri contesti territoriali, gestiti da altre famiglie mafiose.

Nelle indagini sono finiti anche insospettabili che, a vario titolo, hanno favorito le comunicazioni tra il capo della famiglia calatafimese, specie nel periodo in cui era sottoposto alla sorveglianza speciale, ed altri compartecipi all’associazione mafiosa. Tra questi imprenditori e personaggi che ricoprivano incarichi pubblici.

L’attività investigativa ha raccolto prove contro il clan anche riguardo al condizionamento del voto nelle elezioni amministrative per il comune di Calatafimi verso lo schieramento che appoggia l’attuale sindaco. Anche il primo cittadino è finito nelle indagini per aver fatto in modo di convogliare le preferenze nella sua lista dietro l’elargizione di somme di denaro, specie verso famiglie con pregiudicati in stato di disagio economico. Inoltre nei suoi riguardi sono state raccolte prove di frequentazioni con esponenti di Cosa Nostra e di un tentativo di recuperare somme di denaro, con l’aiuto della famiglia mafiosa di Calatafimi, nei confronti di un suo ex socio in affari.

Le indagini hanno anche dimostrato la capacità del clan di “controllare il territorio”, intervenendo in casi di episodi criminosi avvenuti in zona, non previamente “autorizzati”, e impedendo a chiunque di collaborare con la giustizia con atti intimidatori mirati.

Lucca: operazione antidroga “Pineta di Levante”, 6 arresti

polizia volante di notteSpecializzati nello spaccio in particolare di cocaina e hashish, avevano allestito una base operativa nella Pineta di levante di Torre del Lago Puccini, in provincia di Lucca: 6 persone sono state arrestate mentre per altre 3 è stata applicata la misura del divieto di dimora.

La Pineta era presidiata giorno e notte da sentinelle armate che garantivano la tranquillità del gruppo; tra i componenti c’era chi si occupava esclusivamente dello spaccio e chi invece aveva la mansione di fare la spesa, cucinare e costruire ripari per la notte.

Per l’operazione antidroga “Pineta di Levante”, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Firenze, questa mattina, sono stati impegnati oltre 100 uomini tra quelli della questura di Lucca, del Reparto mobile, delle Unità cinofile e quelli del Reparto prevenzione crimine.

Milano: operazione “Contact Center” contro lo spaccio, indagate otto persone

operazioneCon l’operazione “Contact Center” del commissariato “Centro” di Milano è stato fermato un gruppo criminale specializzato nello spaccio di droga. I poliziotti al termine dell’indagine hanno eseguito cinque arresti e tre obblighi di dimora nei confronti di sette cittadini albanesi e una cittadina marocchina.

Nel corso dell’attività investigativa gli agenti hanno documentato come il gruppo fosse ben organizzato per spacciare, specialmente la cocaina, lungo e a ridosso di via Paolo Sarpi, via Cenisio, piazza Gerusalemme e piazzale Costantino Nigra.

In particolare è emerso che a gestire lo smercio della droga, attraverso WhatsApp, era uno degli arrestati insieme alla sua compagna servendosi degli altri indagati in qualità di corrieri. I diversi acquirenti, tossicodipendenti e professionisti di vari settori, erano stati istruiti ad utilizzare espressioni quali “una birra”, “voglio bere una cosa”, “siamo in due/tre”, o in altri casi “ci sei?” per manifestare la volontà di acquistare la cocaina. Per effettuare le consegne, che in genere avvenivano nelle ore serali e notturne, i corrieri hanno utilizzato la bicicletta, il taxi, un’autovettura rubata o anche a piedi.

L’indagine ha avuto inizio i primi di maggio scorso, quando i poliziotti, in viale Gran San Bernardo, hanno sorpreso in flagranza di reato uno dei corrieri mentre cedeva una dose di cocaina a un acquirente. La conseguente perquisizione domiciliare ha permesso di rinvenire altri 24 involucri di cocaina già pronti per essere ceduti.

Durante tutta l’attività investigativa, durata oltre sei mesi in pieno periodo di emergenza sanitaria Covid-19, gli agenti hanno sequestrato oltre due chili di hashish e oltre 50 grammi di cocaina.

Roma: eroina importata dall’Asia nascosta nei tappeti, un arresto

Aveva trovato un insolito stratagemma per importare droga dall’Asia, il cittadino siriano arrestato dai poliziotti del commissariato Porta Pia di Roma con l’accusa di detenzione e spaccio di droga.

L’eroina infatti veniva nascosta all’interno di cannule di plastica inserite tra le trame di un tappeto di lana.

Dopo una lunga indagine i poliziotti sono arrivati all’uomo, già con precedenti penali per detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti, nella sua abitazione di Cesano (Roma).

Nel corso della perquisizione domiciliare, gli agenti hanno trovato nella cucina, in un involucro in cellophane, 1,6 grammi di eroina.

Inoltre, nell’intercapedine della caldaia, sono state rinvenute cannule in plastica rivestite da tessuto, all’interno delle quali c’erano 120 grammi di eroina.

I poliziotti hanno sequestrato all’uomo anche due repliche di armi, un revolver magnum calibro 38 , sprovvisto di tappo rosso con matricola abrasa e canna piombata insieme e una pistola semiautomatica calibro 9 anche questa con canna piombata e provvista di tappo rosso.

Sequestrata anche l’agenda dove l’uomo annotava cifre e nomi legati alla sua attività.