Riapre a Roma il Giardino Umberto Improta

Giardino Umberto Improta“La nostra unica ragion d’essere è quella di essere al servizio della comunità la cui sicurezza ci è stata affidata, e, tutte le volte che le comunità ci fanno vivere come parte di loro, per noi è il riconoscimento più concreto”.

Questo concetto, più volte ribadito dal capo della Polizia Franco Gabrielli, incarna il significato dell’intitolazione al prefetto Umberto Improta, avvenuta a Roma nel 2006, del giardino che si trova a Porta Metronia, all’incrocio tra via dell’Amba Aradam e via della Ferratella in Laterano, nei pressi della futura stazione metro C di Amba Aradam-Ipponio.

Giardino Umberto ImprotaProprio a causa dei lavori per la metropolitana, l’area era stata chiusa nel 2015. Dopo cinque anni, dalla settimana scorsa, al posto del cantiere, è tornato il Giardino Umberto Improta, in tutto il suo splendore, rinnovato con spazi verdi, panchine, una nuova illuminazione e la storica fontana al centro completamente ristrutturata.

Umberto ImprotaUn’area verde che torna a disposizione di famiglie e bambini, nel ricordo di un uomo che nella sua lunga carriera in Polizia è stato anche questore di Roma dal 1989 al 1991.

Lecco: poliziotto “adotta” due anziani coniugi rimasti soli

solidarietà anzianiUna lettera di due anziani coniugi, indirizzata al questore di Lecco, ha fatto conoscere la storia di un “Angelo” in divisa che si è occupato di loro dando un segno tangibile del nostro “essercisempre”.

Lucia e Romeo sono due persone anziane residenti nel comune di Bellano che, in questo delicato periodo, non potendo contare sulla vicinanza di congiunti, si sono trovati in difficoltà nello svolgimento delle quotidiane attività, prima fra tutte quella della spesa.

Da qui la richiesta telefonica di aiuto alla vicina sede della Polizia stradale di Bellano per conoscere se, presso il Comune, vi fosse la possibilità di farsi fare la spesa con consegna a domicilio.

Il poliziotto che ha ricevuto la telefonata non ha esitato un istante a mettersi a disposizione dei due anziani. Al termine del servizio si è occupato lui di fare le compere e portare la spesa ai due nuovi amici.

E così è stato, anche nei giorni a seguire. Giuseppe Virgilio, agente scelto in servizio alla Polizia stradale, ha cosi trovato due nuovi nonni.

Postale Genova: arrestato pedofilo

PostaleTrovato in possesso di un’enorme quantità di materiale pedopornografico è stato arrestato dagli uomini della Polizia postale di Genova.

L’uomo, un 49 enne sposato con figli già grandi, deteneva circa 20mila video prodotti mediante lo sfruttamento sessuale di bambini di età compresa tra gli 0 e i 10 anni. Tra i video ritrovati molti di natura particolarmente cruenta e anche alcuni di pedo-necrofilia.

Gli agenti durante la perquisizione hanno trovato anche filmati amatoriali effettuati dall’uomo attraverso una telecamera nascosta con cui riprendeva i bambini che incontrava nei centri commerciali, nei parchi e in altri luoghi pubblici.

L’arresto scaturisce da una complessa indagine in ambito internazionale a cui hanno preso parte anche gli investigatori italiani coordinati dal Centro nazionale per il contrasto della pedopornografia online (Cncpo) Servizio polizia postale e delle comunicazioni.

Terrorismo: auto-addestramento con finalità di terrorismo, arrestato italiano

operazioneArrestato questa mattina, in provincia di Cosenza, un cittadino italiano ritenuto responsabile del reato di auto-addestramento ad attività con finalità di terrorismo anche internazionale.

L’indagine è stata sviluppata dalle Digos di Catanzaro e Cosenza, affiancate da attività tecnico-informatiche da parte degli specialisti del Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni.

La Direzione centrale della polizia di prevenzione ha coordinato tutte le attività iniziate da una segnalazione, acquisita in ambito di collaborazione internazionale, in cui veniva evidenziata la condivisione su una piattaforma digitale di contenuti di propaganda del terrorismo di matrice jihadista.

In particolare le intercettazioni di natura telematica hanno fatto emergere come l’indagato disponesse di numerosi account su piattaforme social (Telegram, Rocket Chat, Riot) con cui partecipava a gruppi chiusi di chiara connotazione jihadista, per accedere ai quali bisognava essere accreditati e quindi ritenuti affidabili dagli amministratori dei canali.

La perquisizione domiciliare ha permesso di acquisire ulteriori prove contenute nei dispositivi telefonici e informatici, in documenti e manoscritti.

Nello specifico sono stati rinvenuti manuali di istruzioni sulla realizzazione di ordigni, tutorial sulla conduzione di operazioni terroristiche, documenti esplicativi sull’auto addestramento per il compimento di attentati, video ed immagini cruente di esecuzioni dell’ISIS, riviste ufficiali delle agenzie mediatiche dell’ISIS, Al Qaeda e altri gruppi terroristici, oltre a documenti in lingua araba auto prodotti dall’arrestato.

L’analisi tecnico-informatica sui dispositivi sequestrati ha inoltre evidenziato la puntuale osservanza delle regole di anonimizzazione e di archiviazione sicura del materiale informatico, presenti sulle infografiche diffuse dagli organi di propaganda dell’auto proclamato Califfato.

Genova: attraverso lo “Smishing-Vishing” svuotavano i conti in tutt’Italia, quattro denunciati

PhishingScoperto dalla Polizia postale di Genova un gruppo criminale specializzato in phishing bancario di ultima generazione.

Al termine dell’indagine gli agenti hanno denunciato a piede libero quattro persone responsabili di frodi ai correntisti in tutt’Italia, sottraendo cifre da un minimo di 300 fino a 55.000 euro.

Le frodi venivano messe in atto con lo “Smishing-Vishing” ovvero attraverso l’invio di comunicazioni che sembrano provenire dalla propria banca, nelle quali si invitano i correntisti ad accedere al proprio conto on-line mediante un web-link.

Lo “smishing” in particolare si concretizza attraverso messaggi sms malevoli che, per una mera affinità semantica, si collocano in coda ad altri messaggi autentici ricevuti dalla banca; tali sms contengono link di rinvio a pagine di phishing dove l’utente, ritenendo di operare sulla pagina veritiera, è indotto ad inserire le proprie credenziali bancarie consegnando così i propri dati ai cyber-criminali.

La tecnica del vishing invece consiste nel contattare la potenziale vittima tramite una chiamata telefonica nella quale un finto operatore di banca, attraverso raggiri ed argomentazioni capziose, la persuade a fornire i codici dispositivi del proprio rapporto finanziario; è frequente, nel corso delle chiamate, che il truffatore chiede alla vittima la necessità di ottenere il suo codice al fine di bloccare alcuni tentativi illeciti di prelievo da parte di terzi. Sfruttando questo momento di incertezza e utilizzando numeri telefonici che sembrano arrivare dalla propria banca, i criminali ottengono le credenziali di accesso ai conti correnti che subito dopo provvedono a svuotare.

Queste frodi hanno avuto un incremento notevole dall’inizio della pandemia a causa delle limitazioni a poter andare fisicamente in filiale, con il conseguente aumento dei rapporti telefonici con le banche.

L’inchiesta ha fatto emergere anche la sicurezza con cui agivano gli indagati i quali pensando di farla franca in alcuni cassi hanno apostrofato e insultato le vittime con frasi del tipo: “Ti abbiamo fregato” o “Sei stato un ciambellone”.

La Polizia Postale e delle Comunicazioni attraverso le Sezioni Financial Cyber Crime si è prefissata l’obiettivo di colpire in maniera selettiva questa specifica attività criminale denominata “ Alias “, che sta mietendo numerose vittime in ogni contesto sociale e geografico, provocando danni per milioni di euro

Alcuni consigli per difendersi da queste frodi

I numeri verdi per loro natura sono numeri che funzionano in ricezione e non vengono utilizzati per effettuare chiamate verso gli utenti e quindi la Banca mai contatterà i propri clienti attraverso un numero verde.

Anche i numeri territoriali assegnati alla banca possono essere nascosti quindi nel dubbio è meglio concludere la chiamata e telefonare direttamente alla propria filiale.

Inoltre è bene ricordare che nessuna banca richiede i dati di accesso al proprio conto via email o via SMS.

Qualora si sia caduti nella trappola fornendo i propri dati, contattare immediatamente il numero verde della propria banca e bloccare l’accesso al conto ed eventuali pagamenti fraudolenti già effettuati.

In autonomia si può procedere immediatamente al cambio della password per accedere al conto.

Nel caso si siano forniti codici dispositivi necessari per utilizzare l’applicazione della banca installata sul proprio telefono, riutilizzare immediatamente l’applicazione: in questo modo verrà inibita la possibilità al truffatore di utilizzarla.

Concludendo:

–   Non “cliccare” sui link inviati tramite e-mail o sms sospetti.

 –   Verificare sempre l’autenticità della pagina dell’istituto bancario.

 –   Non fornire alcuna credenziali di accesso/codice otp via telefono o sms.

 –   Effettuare la scansione del dispositivo con un antivirus aggiornato.

 –   Modificare le credenziali di accesso ai servizi on-line in caso di accessi sospetti.