Nuove droghe: esperti del settore alla Cattolica di Roma

sala cattolica roma convegno drogheSi è svolto stamattina, a Roma, al Centro congressi dell’università Cattolica del Sacro Cuore, il convegno nazionale dal titolo “Droghe sintetiche e nuove sostanze psicoattive. Uno scenario in evoluzione: dalle amfetamine al fentanil”.

All’evento, organizzato dalla Direzione centrale per i servizi antidroga, in collaborazione con il Dipartimento politiche antidroga della Presidenza del consiglio dei ministri, ha partecipato il capo della Polizia Franco Gabrielli.

sala cattolica roma convegno droghe

Il direttore centrale antidroga Giuseppe Cucchiara ha fatto luce sulla pericolosità della nuova droga, il Fentanil. a tal proposito ha dichiarato che: “Ha una potenza 50-100 volte superiore alla morfina e 30-50 volte all’eroina. Per questo – ha continuato Cucchiara – si è sentito l’esigenza di fare il punto della situzione attraverso le esperienze di chi, nel nostro Paese, si occupa di droga. Questo workshop nasce da un progetto voluto dal Dipartimento delle politiche antidroga della Presidenza del consiglio al quale collabora anche il Dipartimento della pubblica sicurezza con l’obiettivo principale, attraverso attività congiunte e interventi integrati, di aumentare l’efficienza al contrasto al mondo della droga con una più incisiva azione di prevenzione”.

sala cattolica roma convegno droghe

“Il fenomeno è sempre più preoccupante, perché le sostanze sono reperibili anche sul web e sul darkweb. Davanti a un panorama così ampio come il mondo di Internet, che consente l’acquisto in forma anonima, il contrasto deve essere fortissimo”. Lo ha detto il procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo Federico Cafiero de Raho. “Importante – ha aggiunto – è l’opera della Polizia postale che nel 2018 ha monitorato oltre 33 mila siti internet. Un servizio di controllo che riesce a individuare siti web per la vendita di stupefacenti”.

Nel suo intervento il Prefetto Gabrielli ha sottolineato come “Nella lotta alla droga è fondamentale fare rete e condividere le esperienze. Il problema del pianeta droga approccia questioni securitarie e di contrasto, ma dovremmo concentrarci di più sui temi della prevenzione”. il capo della polizia ha poi proseguito affermando che “La droga è un fenomeno mercantile che ha un’offerta e una domanda e siccome c’è una grande domanda c’è anche grande offerta. Il tema droghe non è solo repressione e Forze di polizia, ma è un tema che riguarda tutti. Per questo dobbiamo ascoltare chi sa e conosce a fondo il tema”. 

L’incontro di questa mattina, che ha interessato tutti gli operatori di settore in ambito giuridico e medico-scientifico, è stata l’occasione di approfondimento e condivisione di conoscenze ed esperienze fino ad oggi maturate sulle nuove sostanze psicoattive e, in particolare, sul Fentanil e suoi derivati.

Donatella Fioroni

Gabrielli a Milano ricorda Antonio Annarumma

Gabrielli a Milano ricorda Antonio AnnarummaStamattina il capo della Polizia Franco Gabrielli si è recato a Milano per celebrare i 50 anni della morte della guardia di pubblica sicurezza Antonio Annarumma, deceduto il 19 novembre 1969 durante i violenti scontri di piazza.

La cerimonia si è svolta, alla presenza del questore di Milano Sergio Bracco e del dirigente del III Reparto mobile Paolo Barone, presso la sede del III Reparto Mobile, intitolata proprio al poliziotto morto 50 anni fa, dove il prefetto Gabrielli ha deposto una corona di fiori presso il cippo a lui dedicato.

Subito dopo si è tenuta, nella cappella della caserma una messa officiata dall’arcivescovo di Milano Mario Delpini.

Nella sua omelia l’arcivescovo ha affermato che “Noi vogliamo ricordare oggi un uomo, un poliziotto, uno che si è fatto avanti. Ha fatto il suo dovere. Ma non è soltanto un esecutore, è un giovane che ha interpretato la sua vita come un servizio e si è fatto avanti”.

capo milano

Il capo della Polizia ha poi incontrato le persone intervenute, nell’auditorium per il Progetto “Memento – Percorsi nella Memoria”.

Nel corso del suo intervento Gabrielli ha ricordato che “È la stagione degli anni di piombo che segna il Paese per tutti gli anni 70-80 e per noi inizia proprio il 19 novembre del 1969. Una scia di sangue, ci furono centinaia di vittime e le Forze di polizia pagarono un prezzo molto alto e la Polizia di Stato pagò il prezzo più alto. Per noi non è indifferente che questa scia abbia avuto inizio con la morte di Antonio Annarumma e si sia conclusa nel marzo del 2003 con il sacrificio di Emanuele Petri” – ha detto il capo della Polizia, che ha proseguito: “Furono anni complicati dove però noi possiamo rivendicare di avere interpretato al meglio la fedeltà alla Repubblica, al rispetto delle leggi e la salvaguardia della nostra democrazia”.

Gabrielli ha poi concluso lanciando un appello ai giovani affinchè queste stagioni di violenza non esistano più “Invito i nostri ragazzi ad essere partecipi alla vita del Paese perchè la partecipazione è il miglior antidoto ad ogni violenza, ad ogni sopraffazione e al ripetersi di questi eventi e che rimangano solo un ricordo”

Gabrielli a Milano ricorda Antonio AnnarummaAntonio Annarumma, nato in provincia di Avellino, il 10 gennaio 1947, si arruolò nel Corpo delle guardie di pubblica sicurezza il primo dicembre del 1967 e nel settembre del 1969 venne trasferito al Terzo raggruppamento Celere di Milano.

Il 19 novembre 1969 venne coinvolto nei violenti scontri tra gruppi di dimostranti e Forze dell’ordine e, mentre era alla guida di un automezzo, insieme al suo contingente, in via Larga, venne colpito al capo da un tubo di ferro. Morì poche ore dopo per le ferite riportate, presso l’ospedale Policlinico.

Nel 2009 è stato insignito della Medaglia d’oro al merito civile e, due giorni fa, il 18 novembre, è stata apposta una targa alla sua memoria, nel luogo in cui avvenne il tragico episodio.

Napoli: il prefetto Gabrielli inaugura una stanza di ascolto per vittime di violenza

taglio del nastroInaugurata all’interno del Commissariato Scampia (Napoli) la stanza di ascolto “Alice oltre lo specchio”, dedicata alle donne vittime di violenza. La cerimonia si è svolta questa mattina alla presenza del capo della Polizia Franco Gabrielli.

Il Prefetto durante l’inaugurazione, a cui hanno preso parte il questore di Napoli Alessandro Giuliano, le autorità locali e tanti  comuni cittadini, ha ricordato come “Le regole stabiliscono i percorsi che dobbiamo intraprendere ma poi la differenza la fa sempre chi quei percorsi li deve intraprendere e mai come in questo tipo di reati, è fondamentale la sensibilità, la capacità di intercettare le sofferenze e di accompagnare le vittime in un difficile percorso di manifestazione della loro condizione”.

“Questo è un tipo di reato – ha proseguito il prefetto Gabrielli – dove nell’ 81 per cento dei casi, i carnefici sono all’interno delle mura domestiche e quindi, come potete immaginare, chi decide di fare un percorso di riaffermazione della propria dignità del proprio diritto ad esistere come persona è ovvio che fa un percorso difficile”.

inaugurazione sala ascolto“E allora – ha continuato il capo della Polizia – trovarsi in un ambiente consono in un ambiente nel quale le tue paure le tue preoccupazioni in qualche modo si stemperano e trovano un volto amico e degli occhi che intercettano il tuo bisogno di aiuto, questo fa la differenza”.

“Quindi stamattina – ha concluso il Prefetto – a ridosso del 25 di novembre (Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne) e del 7 di dicembre (con la legge 7 dicembre 1959 venne istituito il Corpo di Polizia femminile) andiamo a inaugurare questo ulteriore pezzo di legalità e, questo pezzo di sensibilità, io credo che faccia onore a questa terra”.

Già nel dicembre 2014 era stata istituita nel Commissariato la “Stanza di Alice”, un ambiente accogliente dove i minori possono intrattenersi giocando mentre le mamme vengono ascoltate nei vicini uffici di Polizia.

Premio 'A Voce de criature'Da oggi, accanto alla stanza di Alice sarà attiva quella “Oltre lo specchio”, un ambiente “diverso” dai consueti uffici di polizia giudiziaria, realizzato con il contributo delle associazioni e degli esercizi commerciali del quartiere. Le due stanze sono collegate da un impianto video per consentire alle mamme di poter osservare con discrezione i propri figli giocare in serenità. 

Sono diverse le questure in Italia che hanno stanze per l’ascolto protetto  e le iniziative per contrastare i reati di genere come il “Protocollo L.i.a.n.a.” (Linea interattiva assistenza nazionale antiviolenza), Il “protocollo Eva” (Esame delle violenze agite) e il progetto “… Questo non è amore“.

Premio 'A Voce de criature'Il capo della Polizia ha poi fatto visita all’associazione di don Luigi Merola “A Voce de criature” dove è stato premiato con il premio omonimo.

“Un dono più grande don Luigi non me lo poteva fare – ha detto il prefetto Gabrielli durante la premiazione – Vedere questi ragazzini con gli occhi vispi e sapere che dietro quegli occhi ci sono storie complicate credo sia una bella iniezione di fiducia e di speranza. Se è possibile fare cose complicate in territori complicati, allora è possibile farlo in ogni altro posto”.

Trapani: rapinatori in trasferta traditi da una maglietta

I responsabili di una rapina avvenuta presso la filiale della banca Credem di Trapani sono stati arrestati dalla Squadra mobile di Trapani in collaborazione con quella di Palermo.

In trasferta da Palermo, i tre criminali sono stati traditi da una maglietta bianca e nera che non è passata inosservata all’analisi dei filmati di videosorveglianza.

Gli agenti, attraverso le telecamere sparse per la città, hanno ricostruito gli spostamenti dei rapinatori dopo il colpo, fino al loro rientro a Palermo sempre seguendo le tracce della maglietta.

La rapina è avvenuta il 26 agosto scorso: i malviventi erano entrati nella banca grazie ad uno dei tre che fingendosi un cliente, era riuscito ad oltrepassare per primo la bussola di sicurezza, con il viso parzialmente nascosto da un cappellino.

Una volta all’interno, l’uomo aveva minacciato uno dei cassieri con un paio di forbici trovate su una scrivania e gli aveva fatto aprire la bussola, per far entrare gli altri due complici.
Con sangue freddo e autocontrollo, i tre avevano chiuso in una stanza gli impiegati e i clienti presenti insieme a quelli che, via via, entravano nella filiale.

I rapinatori avevano atteso, con il cassiere e il direttore, l’apertura nel caveau della banca di uno dei due “tesoretti” temporizzati e si erano impossessati di 50mila euro; poi avevano costretto un impiegato a fare dei prelievi dalla cassa di 15mila euro e, infine erano scappati a bordo di due auto.
Gli investigatori, dopo la rapina, avevano perlustrato la città, individuando la via di fuga e le auto usate dai tre grazie alle immagini della videosorveglianza di alcuni esercizi commerciali della zona.

Sul percorso fatto dalle due auto, i poliziotti avevano trovato, dentro a un cassonetto dei rifiuti, una camicia e i guanti in lattice indossati da uno dei malviventi e tre telefoni cellulari, che erano stati sottratti ai clienti della banca.

Rapine e furti in villa, sgominata banda con base a Roma: 6 arresti

refurtiva romaSei persone, ritenute responsabili di rapine e furti in ville del nord e del centro Italia, sono state arrestate dai poliziotti del Commissariato Aurelio a Roma. La banda, composta da cittadini albanesi, è stata fermata questa mattina nell’ambito dell’operazione “Massa San Giuliano”. Altre nove persone sono state denunciate a piede libero. I rapinatori avevano le basi operative dei quartieri periferici di Tor Bella Monaca e Ponte di Nona, alla periferia di Roma, all’interno di alcune case popolari.

I rapinatori entravano in azione esclusivamente durante le ore serali e notturne e da Roma si spostavano nelle città del centro e nord Italia per compiere furti e rapine.

I reati venivano commessi anche quando le persone erano in casa e, in diverse occasioni, oltre a denaro e oggetti preziosi i ladri avevano preso anche le chiavi delle autovetture delle vittime che utilizzavano per i loro spostamenti e per commettere i successivi furti. L’indagine è iniziata circa un anno fa quando i poliziotti avevano sorpreso alcuni degli arrestati di oggi mentre operavano “un cambio macchina” dopo aver commesso un furto nei comuni di Trevignano e Bracciano (Roma). In quella circostanza gli indagati erano riusciti a fuggire.

I malviventi spesso arrivavano a guadagnare, in un solo inverno, più di un milione di euro. Nei loro tragitti si spostavano prevalentemente con autovetture “pulite” ed erano soliti nascondere le auto rubate, tutte di grossa cilindrata, nei luoghi più disparati della Capitale come ad esempio il parcheggio di un ospedale o in box privati. Grazie alla complicità di una rete di complici, la refurtiva, gli attrezzi atti allo scasso, i lampeggianti, gli scanner, i telefoni cellulari completi di schede nonché l’attrezzatura per commettere i furti venivano nascosti in un terreno.

Durante l’indagine i poliziotti hanno sequestrato una decina di Audi rubate, orologi Rolex, Cartier, Gucci e di altre marche prestigiose, numerosi gioielli d’oro, diamanti ed altri preziosi, nonché borse ed oggetti di pregio che venivano utilizzati dalle compagne degli arrestati.