False citazioni in tribunale per pedopornografia, perquisizioni in tutta Italia

truffa citazione tribunaleA molte persone è capitato di ricevere delle email apparentemente provenienti da autorità istituzionali, contenenti una falsa citazione in tribunale per gravi violazioni commesse attraverso la rete Internet, legate ai reati di molestie sessuali su minori.

Nel documento si minaccia il malcapitato di inoltrare le prove ad un non ben specificato procuratore e ai media, invitandolo a fornire giustificazioni entro 72 ore.

Il passo successivo è una richiesta di denaro per far decadere le accuse e l’indicazione delle coordinate bancarie verso le quali corrispondere le somme estorte.

L’indagine, condotta dal Servizio polizia postale e delle comunicazioni su questo fenomeno, è stata denominata “Kafka” dal nome dell’autore del libro “Il processo” nel quale il protagonista veniva appunto ingiustamente accusato, processato e condannato per delitti mai commessi.

Al termine dell’attività investigativa i poliziotti della Postale hanno eseguito 16 decreti di perquisizione personale e domiciliare, nei confronti di un gruppo di persone indiziate di essere gli autori dei raggiri e che, in circa due mesi, hanno prodotto illeciti proventi per quasi mezzo milione di euro.

Si tratta di una truffa molto diffusa in Europa, soprattutto in Francia, Austria, Spagna, Belgio e Italia.

La leva principale è la paura che viene trasmessa alla vittima utilizzando moduli con falsi loghi di Forze di polizia e dei ministeri dell’Interno e della Difesa italiani, affiancati a quelli di agenzie internazionali quali Europol ed Interpol.

Sui moduli non mancano le firme di autorevoli vertici istituzionali come il capo della Polizia, il comandante generale dell’Arma dei carabinieri, il direttore del Servizio polizia postale, tutte regolarmente false.

I decreti di perquisizione, emessi dalle Procure della Repubblica di Brescia e Vicenza, sono stati eseguiti con la collaborazione dei Compartimenti di polizia postale di Milano, Torino, Pescara, Trieste, Venezia e Roma.

Prato, confiscati beni per 500mila euro

Prato, confiscati beni per 500mila euroI poliziotti della Divisione anticrimine della questura di Prato hanno confiscato beni per un valore di mezzo milione di euro a due fratelli, di 32 e 28 anni, già noti alle Forze dell’ordine per aver fatto parte di una banda criminale che negli anni scorsi si era specializzata in rapine ai danni di cittadini cinesi.

Le disposizioni scaturiscono da accertamenti patrimoniali mirati a scoprire eventuali accumuli di capitali di provenienza illecita ed hanno portato alla luce una disponibilità di beni eccezionalmente sproporzionata rispetto ai redditi dichiarati e alle attività svolte dai pregiudicati colpiti dal provvedimento.

auto confiscataConfiscati un immobile, quote capitale di una società di compravendita di automobili, denaro contante distribuito su diversi conti bancari e 13 automobili, alcune delle quali di grossa cilindrata.