Catania: operazione contro clan mafiosi, 15 arresti

intercettazioniArrestate a Catania 15 persone, responsabili a vario titolo di associazione per delinquere di stampo mafioso, detenzione e porto di armi da fuoco, estorsione, produzione e traffico di sostanze stupefacenti.

A due persone il provvedimento è stato notificato in carcere perché già detenute per altri reati.

Tutti gli indagati sono appartenenti al clan Laudani di Catania e al clan Scalisi di Adrano.

Le indagini, iniziate a marzo del 2019, sono partite grazie alle dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia che hanno indicato uno degli arrestati quale esattore delle estorsioni riconducibili al clan Scalisi.

Le investigazioni hanno consentito di scoprire anche i costanti rapporti con esponenti della frangia territoriale del clan mafioso Laudani operante nel quartiere popolare Canalicchio di Catania, a conferma del rapporto di collaborazione esistente tra i due clan criminali.

I poliziotti hanno inoltre riscontrato cinque episodi estorsivi nei confronti di alcuni operatori commerciali di Adrano.

Durante l’attività investigativa gli agenti hanno documentato particolari momenti di tensione tra gli appartenenti al clan Scalisi e quelli riconducibili ad un altro gruppo criminale emergente, operante sul medesimo territorio, culminati con l’uso di armi da fuoco. 

A seguito di questi fatti, i poliziotti hanno scoperto anche un summit tra esponenti del clan Scalisi, del clan Santangelo-Taccuni e del clan Laudani di Catania avvenuto all’interno di una ex palestra di Adrano.

Nel corso delle indagini è emerso inoltre come gli indagati, per intimorire un collaboratore di giustizia, a ridosso di una importante udienza, avevano organizzato lo scorso 17 febbraio il danneggiamento di un suo mezzo, utilizzato dai famigliari per la vendita di panini.

Nel corso delle perquisizioni gli agenti hanno sequestrato una pistola semiautomatica marca Beretta mod. 92 con matricola abrasa ed un revolver cal. 38 senza matricola, con relativo munizionamento.

Traffico di migranti: un arresto e due fermi a Trieste

catania squadra mobileUn arresto e due fermi; questo è il risultato di un’operazione svolta dalla Squadra mobile di Trieste per bloccare l’immigrazione clandestina.
In particolare i tre sono responsabili dei reati di favoreggiamento aggravato dell’immigrazione clandestina di 8 minori bengalesi. I giovani erano nascosti in un furgone, fermato dagli agenti nel quartiere di Opicina.

La vicenda parte dalle attività di contrasto all’immigrazione clandestina quando i poliziotti della Squadra mobile giuliana individuano Volkswagen Passat con targa italiana ed un Fiat Ducato con targa slovena, che avrebbero potuto essere impiegati per un imminente trasporto di migranti.
I mezzi sono stati quindi monitorati dagli agenti che sono riusciti a bloccare la Passat con a bordo un uomo che è stato subito arrestato; l’autista del furgone Ducato è invece fuggito imboccando la provinciale a fortissima velocità; in località Monrupino, per la forte velocità sostenuta il furgone è andato a sbattere contro un albero mentre il conducente è fuggito a piedi.

All’interno del furgone Fiat erano presenti otto ragazzi del Bangladesh, tutti minorenni, i quali hanno corrisposto, per il viaggio illegale, cifre comprese tra i 1.600 e i 1.800 euro. 
I giovani migranti sono stati poi condotti presso l’ospedale per essere sottoposti ad accertamenti. Sei di loro sono stati dimessi con prognosi di alcuni giorni per le contusioni riportate e affidati ad una struttura di accoglienza per minori, mentre i rimanenti due sono stati trattenuti in osservazione a causa dei traumi violenti e le fratture riportate.

Poco più tardi, è stata rintracciata anche una Ford Focus a bordo della quale sono stati identificati e sottoposti a fermo, due uomini che avevano messo a disposizione la Passat utilizzata per fare da staffetta al carico di migranti.