Milano: sequestro di beni alla ‛Ndrangheta

Sequestro di beniGli uomini della Divisione anticrimine della questura di Milano hanno ultimato il sequestrato di beni per oltre un milione e 300 mila euro a un noto esponente della ‛Ndrangheta legato alla cosca Morabito-Palmara-Bruzzaniti.

Le indagini patrimoniali svolte dagli investigatori avevano accertato l’evidente disparità tra i redditi dell’uomo ed il suo tenore di vita e nei confronti dello stesso era già avvenuto un sequestro, lo scorso ottobre, di 6 immobili, 3 società, un autoveicolo e diversi conti correnti bancari.

L’uomo, originario di Locri, è stato ritenuto un referente sul territorio lombardo per l’importazione e lo smistamento di grandi quantità di cocaina dalla Calabria.

Il prosieguo delle indagini ha portato gli investigatori ad individuare ulteriori beni del valore di oltre un milione di euro, consistenti in due imprese di costruzione con relativo patrimonio aziendale, un veicolo commerciale ed un bar ubicato a Garbagnate Milanese. Successivamente sono stati scoperti ulteriori beni, per un valore stimato di circa 300mila euro, che l’uomo aveva tentato di occultare cedendoli ad un’altra società a lui riconducibile.

Cyber-criminali rubano identità a noto giornalista per avere finanziamenti, denunciati

Sono riusciti ad ottenere finanziamenti per circa 100 mila euro usando nome e dati di un noto giornalista televisivo, ma i cyber criminali, che agivano in tutta Italia, sono stati scoperti dalla Polizia postale di Bologna che li ha denunciati.

I poliziotti, coordinati dal Servizio polizia postale e delle comunicazioni, hanno dato il via alle indagini dopo la denuncia del giornalista avvenuta lo scorso anno. A nome della vittima risultavano attivi tre finanziamenti disposti da tre società finanziarie, uno da 50 mila e due da 25 mila euro. Naturalmente il giornalista non aveva chiesto questo denaro. Quei soldi erano stati prima convogliati su un unico conto corrente bancario e, in seguito, suddivisi su tre conti e infine prelevati presso sportelli bancomat.

I finanziamenti erano stati ottenuti online attraverso copie dei veri documenti di identità del giornalista, mentre la busta paga era stata falsificata. I conti correnti a nome della vittima erano stati attivati nello stesso modo, ma usando la foto di un’altra persona.
Grazie all’utilizzo di un programma informatico di riconoscimento del volto (S.A.R.I.), l’individuo è stato identificato in un pregiudicato partenopeo di 63 anni residente a Roma, portando così gli investigatori ad estendere le indagini nella Capitale. 
Le indagini sono proseguite con l’analisi delle connessioni fatte per eseguire i bonifici, tutte localizzate a Roma. Inoltre è stata effettuata la comparazione fra i tabulati telefonici degli intestatari dei conti correnti sui quali sono confluiti i profitti e i dati relativi ai prelievi Atm. Gli agenti sono così arrivati ad altri due pregiudicati, un romano di 31 anni ed un piemontese di 47. Gli indagati sono stati tutti denunciati per concorso nel reato di accesso abusivo a sistema informatico, sostituzione di persona e truffa.

Sono stati, inoltre, denunciati un 63enne residente a Firenze e un 44enne residente a Livorno per aver fornito il proprio rapporto di conto corrente con lo scopo di ricevere le somme fraudolente. 
La Polizia Postale raccomanda sempre di fare estrema attenzione alla tutela dei propri dati personali (documenti d’identità, coordinate bancarie, estremi di carte di pagamento), conservandoli in supporti protetti da password evitandone la divulgazione.

Donatella Fioroni