Giornata nazionale contro la pedofilia e pedopornografia

pedopornografia onlineOggi ricorre la “Giornata nazionale contro la pedofilia e la pedopornografia”, istituita nel 2009 per avere un momento di riflessione sulle strategie più efficaci per prevenire e combattere il fenomeno aberrante e, spesso, sommerso dell’abuso e dello sfruttamento sessuale dei minori.

Su questo fronte il nostro Paese è da molti anni in prima linea, con l’attività del Centro nazionale per il contrasto della pedopornografia online (Cncpo) istituito nel 2006 in seno alla Polizia postale e delle comunicazioni.

Lo scopo era quello di formare un gruppo di investigatori specializzati nelle indagini in un settore in continua evoluzione e che negli ultimi anni è letteralmente esploso a causa della massiccia diffusione di Internet su larga scala.

Gli specialisti della Postale si insinuano nei luoghi più oscuri della Rete, e, spesso con identità sotto copertura, vanno a caccia dei pedofili che insidiano i minori e dei produttori e commercianti di materiale pedopornografico.

In questa battaglia quotidiana i cyberpoliziotti hanno indagato migliaia di persone nell’ambito di innumerevoli attività investigative che nella maggior parte dei casi si svolgono in collaborazione con gli omologhi investigatori di altri Paesi.

Nel primo quadrimestre di quest’anno la Postale ha condotto indagini che hanno consentito di arrestare sette persone e denunciarne 193 per reati relativi allo sfruttamento sessuale dei minori online; le perquisizioni sono state 144, mentre i siti Internet monitorati con immagini pedopornografiche sono stati 11.465.

La collaborazione internazionale è fondamentale e necessaria perchè questo tipo di indagini non hanno confini e i criminali sono interconnessi in una rete mondiale che sfrutta soprattutto il Darknet.

Il dark web permette infatti di navigare nascondendo il proprio indirizzo IP e, quindi, la propria identità in Rete, grazie a una connessione che rimbalza tra vari computer in giro per il mondo, favorendo l’anonimato.

In questo periodo di emergenza causato dalla pandemia da Covid-19, la Polizia postale ha intensificato il monitoraggio della Rete, con lo scopo di scongiurare l’aumento di reati relativi allo sfruttamento sessuale dei minori online, determinato dalle misure restrittive assunte e, in particolare, la chiusura delle scuole.  

L’attenzione è stata dedicata soprattutto ai fenomeni correlati all’utilizzo delle piattaforme usate per la didattica online e, grazie alla collaborazione degli uffici territoriali della Specialità, sono stati individuati alcuni responsabili di intrusioni.

Esiste una black list, prevista per legge e stilata dal Cncpo, dei siti che contengono materiale pedopornografico: quelli ubicati in Italia vengono segnalati agli Internet provider per l’oscuramento, mentre per quelli situati all’estero viene inibita la visibilità a chi si collega dall’Italia.

I siti che vengono inseriti nella black list sono intercettati sia dai vari uffici territoriali della Polizia postale nel corso del quotidiano monitoraggio della Rete, sia segnalati da organizzazioni non governative, cittadini o altri uffici di polizia.

Sergio Foffo

Taranto: conclusa l’operazione antidroga “Sophia”

Si avvalevano di vedette, corrieri e pusher coinvolgendo anche minorenni per il trasporto di droga: i componenti di un’organizzazione criminale sono stati arrestati, questa mattina, nel corso di un’operazione antidroga della squadra mobile di Taranto.

Cinque persone sono finite in manette e di queste, 4 sono in carcere e una agli arresti domiciliari. I reati contestati sono detenzione e vendita di stupefacenti in particolare cocaina e hashish con l’aggravante di aver determinato a commettere lo stesso reato anche a dei minorenni.

Partita nell’ottobre del 2018, l’indagine si era concentrata nel quartiere “Salinella” della città, dove gli investigatori avevano individuato un gruppo criminale a carattere familiare specializzato nello spaccio di droga.

Intercettazioni e servizi di osservazione avevano consentito di riprendere un arrivo ininterrotto di numerosi acquirenti di stupefacente e di appurare il ruolo delle diverse persone che interagivano con l’attività illecita.

Le donne, in particolare, erano adibite ad allertare i familiari dell’arrivo della Polizia, indicata spesso con il codice “Sophia” da cui prende il nome l’operazione. C’era inoltre chi si occupava della custodia e del trasporto della droga e chi, in caso d’intervento delle Forze dell’ordine, la prelevava per nasconderla.

Infine, il gruppo criminale si avvaleva di alcuni minori per il confezionamento e la vendita, che avveniva in luoghi prestabiliti.

L’odierna operazione è stata supportata dalle pattuglie del Reparto prevenzione crimine e dalle unità cinofile.