Bari: tentato omicidio a colpi di sciabola, presi altri 3 del commando

Il furto di nove grammi di cocaina e 100 di hashish scatenò la spedizione punitiva nei confronti di un 39enne tossicodipendente, che fu selvaggiamente picchiato e gravemente ferito a colpi di sciabola; la vittima fu lasciata in fin di vita nelle braccia della fidanzata, all’interno della propria abitazione, nel quartiere Poggiofranco di Bari.

Per quell’aggressione, avvenuta il 28 aprile scorso, la Squadra mobile arrestò subito due uomini, di 63 e 69 anni, accusati di far parte del commando composto da cinque aggressori; i due sono ancora in carcere per il reato di tentato omicidio aggravato.

Questa mattina, al termine dell’attività investigativa della Mobile barese, sono stati arrestati gli altri componenti del gruppo criminale. Si tratta di un 22enne, finito in carcere, e di due 20enni per i quali sono stati disposti gli arresti domiciliari.  

L’indagine ha permesso di far luce sulla vicenda: la vittima rubò la droga dalla roulotte di uno degli aggressori; dopo numerose minacce telefoniche, che non servirono ad ottenere la restituzione del “bottino”, il derubato organizzò il raid nell’abitazione del ladro.

Dopo aver demolito a calci il portone dello stabile e la porta d’ingresso, il commando fece irruzione nell’appartamento, trovando la vittima in compagnia della fidanzata.

Mentre alcuni bloccavano la ragazza, gli altri massacravano la vittima, utilizzando una sciabola trovata nell’abitazione.

Nell’auto di proprietà di uno degli arrestati, la stessa utilizzata la sera del raid, gli agenti hanno trovato 150 grammi di marijuana, un bilancino di precisione e materiale per il confezionamento delle dosi.

Festa della Repubblica: si celebra l’unità del Paese

Inclusione. Questo è il tema conduttore della Festa nazionale del 2 giugno 2019. La rivista che si terrà a Roma ai Fori imperiali mostrerà quanto le singole istituzioni del nostro Paese fanno, ogni giorno, per favorire la coesione sociale e salvaguardare gli interessi di ogni singolo cittadino, nel rispetto delle libertà di tutti.

Anche la Polizia di Stato sarà presente con i propri reparti, con i propri uomini e con le proprie donne che quotidianamente servono la Nazione. Senza mai nascondere un sorriso.

Perché è forse proprio attraverso il sorriso che si può declinare, più di qualsiasi altro gesto, il contributo che la Polizia di Stato offre all’inclusione sociale.

Il sorriso che non manca mai nelle nostre stanze per le audizioni protette delle questure, soprattutto quando si tratta di bambini vittime dei reati più infami.

Diverso ma ugualmente accogliente è il sorriso che le nostre donne e i nostri uomini offrono alle fasce deboli delle comunità quando devono sostenere anziani e donne, vittime di violenze o raggiri.

E proprio un sorriso, femminile questa volta, esattamente 60 anni fa, ha marcato la differenza tra la Polizia e le altre uniformi.

Per la prima volta nella storia, le donne hanno vestito un’uniforme; la nostra uniforme. Quell’atto rivoluzionario permise di includere, nella nostra amministrazione, valori e sensibilità sconosciuti sino a quel momento.

Valori e sensibilità nuovi li cerchiamo e li troviamo nei sorrisi dei nostri atleti paralimpici che in tutto il mondo portano in alto i colori delle Fiamme oro ma soprattutto l’importanza dei diversi talenti che trasformano l’handicap in una crescita per tutti.

E a proposito di atleti ricordiamo i sorrisi dei nostri istruttori che nei centri giovanili delle Fiamme oro, spesso collocati in realtà molto difficili di degrado e criminalità, strappano, uno ad uno, giovani fragili, da destini che sembravano segnati.

Pugilato, lotta, karate diventano metafora della vita: le regole, l’accettazione della sconfitta, la tenacia e la forza di volontà diventano l’alternativa alla delinquenza.

E gli ultimi sorrisi dei quali vogliamo parlare sono quelli appena accennati, quei sorrisi dei quali pochi si accorgono; appaiono sui volti dei nostri ragazzi delle Volanti della Stradale e delle tante specializzazioni che ogni giorno servono le nostre comunità in silenzio e con discrezione; tra loro c’è chi ci ha ricevuto ferite e lesioni durante il servizio e sfileranno anche loro, il 2 giugno, consapevoli di aver servito fino in fondo il Paese; con il sorriso ovviamente.