Droga: 11 arresti nel Clan Rinzivillo per traffici tra Italia e Germania

Esponenti legati alla ‘Ndrangheta e cittadini turchi di notevole caratura criminale dietro il traffico di droga tra Italia e Germania. Una cellula radicata in Germania capace di muovere grandi flussi di droga e denaro con la complicità anche di un avvocato e di esponenti delle forze dell’ordine corrotti.

Questo è quanto emerge dall’operazione “Extra Fines 2 – Cleandro” che si è conclusa stamattina e condotta dalla Squadra mobile di Caltanissetta e dal Gico della Guardia di finanza di Roma, nei confronti di 11 persone appartenenti al clan Rinzivillo e responsabili di associazione per delinquere finalizzata al traffico e allo spaccio di sostanze stupefacenti.

Oltre 100 gli uomini operatori in azione nel Lazio, in Sicilia, in Campania e in Umbria, nonchè a Colonia e a Mannheim.

Gli arrestati sono indagati, a vario titolo, di avere fatto parte di un’associazione per delinquere finalizzata al traffico e allo spaccio di sostanze stupefacenti. La droga arrivava dalla Germania per poi essere smerciata a Roma e sulla piazza siciliana.

I due appartenenti alle forze dell’ordine, già in carcere, sono accusati di corruzione e di aver messo a disposizione del clan mafioso, a suo tempo, notizie riservate contenute nella banca dati Sistema d’indagine (Sdi). Avevano inoltre ottenuto dei favoritismi ai controlli in diversi aeroporti italiani per agevolare l’esportazione in Russia di significative somme di denaro, da reinvestire in attività economiche.

L’operazione di oggi è l’epilogo di un’indagine che, alla fine del 2017, aveva già portato all’arresto di 37 persone e al sequestro preventivo di beni per oltre 18 milioni di euro.

Donatella Fioroni

Latina: lavoratori stranieri sfruttati, 6 arresti

I componenti di un’organizzazione criminale specializzata nello sfruttamento del lavoro e nella gestione dei braccianti sono stati arrestati questa mattina dalla Squadra mobile di Latina.
L’indagine coordinata dallo Sco (Servizio centrale operativo) ha messo in luce un sistema di protezione e collusione che rendeva possibile lo sfruttamento della manodopera straniera nei lavori agricoli, in condizioni disumane.

Ulteriori 50 indagati sono finiti nell’indagine degli investigatori di Latina per corruzione, autoriciclaggio e reati finanziari; tra questi, imprenditori agricoli, commercialisti, funzionari ed esponenti del mondo sindacale.

Tra le sei persone arrestate oggi anche due donne, un ispettore del lavoro e un sindacalista della provincia di Latina.

Attraverso una cooperativa, gli indagati approfittavano dello stato di bisogno dei lavoratori stranieri, costringendoli a iscriversi al sindacato dietro la minaccia del licenziamento; in questo modo percepivano non solo le quote di iscrizione, ma anche ulteriori introiti economici connessi alla trattazione delle pratiche, finalizzate ad ottenere le indennità di disoccupazione.

Gli stranieri venivano traportati nei campi a bordo di pulmini sovraffollati, privi dei più elementari sistemi di sicurezza; erano poi costretti ad affrontare una giornata lavorativa di almeno 12 ore a fronte di una retribuzione inferiore alla metà rispetto a quella prevista dal contratto collettivo nazionale di lavoro del settore.

L’indagine ha avuto inizio alla fine del 2017, dopo l’operazione chiamata “Freedom”, finalizzata al contrasto del caporalato e dello sfruttamento del lavoro.

Al termine delle indagini, sono stati sequestrati 5 abitazioni, 3 depositi, 3 appezzamenti di terreno, 9 autovetture, 36 tra furgoni e camion, 1 società cooperativa, 4 quote societarie e conti correnti bancari, per un valore complessivo di circa 4 milioni di euro.