Roma: arrestati due fratelli della famiglia Spada

volante di poliziaTraffico di droga, estorsione, sequestro di persona, associazione per delinquere e riduzione in schiavitù sono i reati contestati a due fratelli appartenenti alla famiglia Spada di Ostia (Roma). I reati sono aggravati dal metodo mafioso esercitato per anni anche da altri appartenenti alla famiglia per altri fatti gravi di cronaca.

Agli arresti di oggi, eseguiti dal commissariato Lido di Roma si è giunti attraverso la denuncia di una madre-coraggio che, disperata, ha avuto la forza di chiamare la Polizia e raccontare una vita di soprusi che i due fratelli, di 34 e 31 anni, figli del capostipite e rampolli emergenti, riservavano a lei e ai suoi figli.

La donna non poteva più tollerare che i figli venissero sequestrati, torturati, seviziati e profondamente umiliati anche con la diffusione di video sui social per qualche grammo di crack e di sopportare che la giovane figlia fosse costretta a prostituirsi per pagare i debiti di droga dei fratelli, contratti con gli Spada.
La donna, nella disperazione, ha trovato la forza di reagire per proteggere la sua famiglia e gli investigatori hanno avviato un’indagine lampo.

Gli agenti dopo esser riusciti ad ottenere anche la fiducia dell’intero nucleo familiare, hanno trovato riscontri investigativi tali da permettere gli arresti della scorsa notte.

Olivia Petillo

Genova: furti sulle auto in sosta, arrestati dalla Stradale

Jammer-genovaDue episodi di furto nelle auto ferme in un’area di servizio nel comune di Varazze avevano fatto scattare le indagini della Polizia stradale di Genova che in poco tempo ha individuato una banda di 6 persone specializzata nei furti su auto.  

Il gruppo, ben organizzato, utilizzava un congegno elettronico (jammer) con cui inibiva la chiusura centralizzata delle auto. Mentre un complice teneva d’occhio le vittime all’interno dell’Autogrill i complici razziavano i beni contenuti nel bagagliaio e nell’abitacolo delle auto prese di mira.

A seguito delle indagini è stata emessa un’ordinanza di custodia cautelare dal Gip del tribunale di Savona eseguita nelle province di Lodi e Milano: 4 componenti della banda sono stati arrestati mentre 2 complici sono ricercati.

Agiva sul Dna umano, denunciata a Torino maga truffatrice

Si faceva chiamare Marie e millantava poteri sovrumani, che, a suo dire, le davano la capacità di guarire le persone dalle più svariate patologie. Diceva di essere un’intelligenza artificiale creata in laboratorio da uno scienziato statunitense, il risultato di un esperimento genetico.

Al termine dell’indagine della Polizia postale, la maga è stata denunciata per truffa, circonvenzione d’incapace ed esercizio abusivo della professione medica.

In pochi mesi la truffatrice aveva creato una rete di circa 300 adepti, con i quali si manteneva in contatto attraverso i principali social network dispensando i suoi “preziosi” consigli miracolosi.

In particolare la donna si definiva capace di garantire risultati portentosi attraverso un percorso guidato, in grado di intervenire sul Dna umano, modificandone “dati e coordinate” e restituendo così le corrette sequenze del patrimonio genetico attraverso un “pannello di controllo dell’interfaccia olografica umana” con cui avrebbe interagito direttamente.

Per “recuperare i dati” dei suoi pazienti erano necessari almeno tre cicli, ognuno dei quali durava tre mesi. La maga era in grado di esercitare una forte pressione psicologica sui suoi “pazienti”, che venivano rimproverati e accusati per non aver seguito alla lettera il programma redatto dalla donna, oppure per non essersi “liberati” di tutti quei beni materiali che li avrebbero allontanati dalla guarigione.

In altre situazioni l’indagata si esprimeva con scetticismo o manifestamente in contrasto nei confronti delle “tradizionali” cure salvavita, alle quali alcuni suoi adepti si erano sottoposti, invitandoli a cessare quei trattamenti.

Nella villa della donna i poliziotti hanno trovato e perquisito alcuni suoi collaboratori, molto attivi nelle chat sui social e nelle attività di raccolta fondi per dichiarate attività benefiche, sulle quali sono in corso accertamenti.

Sequestrati numerosi dispositivi informatici, smartphone e tablet oltre a materiale cartaceo, manoscritti e testi relativi a pratiche esoteriche.

Europei di karate: 7 Fiamme oro sul podio

Viviana BottaroSi sono da poco conclusi a Porec (Croazia) i Campionati europei di karate, dove gli atleti delle Fiamme oro hanno ben figurato portando medaglie importanti per l’Italia, che alla fine ha totalizzato un oro e cinque bronzi.

Si è trattato dell’ultimo impegno internazionale di rilievo con a disposizione punti per il ranking olimpico. Dopo di questo rimarrà solo il torneo di qualificazione diretta di Parigi, dove quattro atleti avranno la possibilità di qualificarsi per Tokyo.

Grande medaglia d’oro per la nostra Michela Pezzetti che insieme alle azzurre Terryana D’Onofrio e Carola Casale, ha portato la nazionale femminile di kata sul gradino più alto del podio continentale. Le avversarie sul tatami erano quelle spagnole che fino a qualche anno fa sembravano imbattibili e che questa volta sono state superate con il punteggio finale di 25.74 a 25.4.

squadra karate kataBronzo individuale per la stella del karate italiano, già qualificata per i giochi di Tokyo, Viviana Bottaro. L’azzurra tornava in gara dopo un lungo stop dovuto ad un infortunio che, con la sua brillante prestazione, ha dimostrato di aver del tutto superato. Nella finale per il terzo posto la karateka cremisi ha sconfitto la francese Alexandra Feracci totalizzando il punteggio di 26.08 contro il 25.06 dall’avversaria.

Arriva dal kata a squadre anche il bronzo di Giuseppe Panagia. Il team maschile, completato da Gianluca Gallo e Alessandro Iodice, nella finalina per il terzo posto ha superato nettamente l’Azerbaigian (25.6 a 23.4).

MartinaTerzo gradino del podio pure per Michele Martina, autore di una splendida prestazione nella categoria 84 chilogrammi di kumite. Nella finale per il bronzo il portacolori delle Fiamme oro ha superato il bosniaco Meris Muhovic.

Ancora un bronzo dal kumite con la squadra femminile quasi tutta color cremisi. Clio Ferracuti, Silvia Semeraro e Alessandra Mangiacapra, insieme all’azzurra Lorena Busà, hanno superato agevolmente le avversarie della bulgaria.

Menzione particolare per due atlete del Gruppo sportivo della Polizia di Stato che si sono fermate ai piedi del podio perdendo la finale per il bronzo.

squadra kata maschile panagiaErminia Perfetto, dopo una bellissima gara nei 50 chili ed essere approdata alla finalina, non è riuscita a superare l’avversaria, e si è dovuta accontentare della “medaglia di legno”. Complimenti ad Erminia che, nonostante la giovane età, ha dato dimostrazione di grande grinta e maturità tecnico tattica.

Per ultima vogliamo parlare di Clio Ferracuti, atleta di grande carattere, tecnica e cuore. Nell’incontro decisivo per l’accesso in finale dei 68 chilogrammi, la nostra Clio è stata la prima a piazzare un punto. Questo dà all’atleta una priorità che, in caso di parità al termine dell’incontro, assegna la vittoria.

ferracuti semeraro mangiacapraL’incontro con la turca Hocaoglu era poi finito 5 – 5, quindi con la vittoria dell’azzurra. Peccato che durante il match una tecnica premiata con due punti dall’arbitro centrale sia stata erroneamente segnata sul tabellone con un solo punto dal giudice di sedia. Di conseguenza il punteggio finale risultava 5 – 4, nonostante ci fosse tanto di registrazione video a testimoniare l’errore. Poi nella finale per il bronzo, la medaglia è sfumata a 2 secondi dal termine. Comunque tanti complimenti alla nostra giovane karateka, ormai sempre ai vertici internazionali della sua categoria.

Ultima doverosa menzione per i tecnici delle Fiamme oro che sono diventati molto importanti anche per lo staff della nazionale italiana: Roberta Sodero per il kata, Cristian Verrecchia per il kumite e il preparatore atletico Massimo Montecchiani.

Sergio Foffo

Italia-Europol: la protezione dei fondi del “NextGenerationEU”

videoconferenzaSi è svolto stamattina il quinto incontro in videoconferenza del Working Group Covid 19, sui rischi d’infiltrazione della criminalità organizzata nell’economia e, più in generale, sulle minacce per la sicurezza a seguito della pandemia.

Il gruppo di lavoro a cui partecipano, oltre all’Italia, le forze di polizia di Austria, Francia, Germania, Paesi Bassi, Polonia, Regno Unito, Spagna, Svizzera e Interpol, è guidato dal vice direttore generale della Pubblica Sicurezza Vittorio Rizzi insieme al direttore esecutivo di Europol Catherine De Bolle. A seguito della presidenza portoghese della Commissione europea, alla riunione ha partecipato anche il Portogallo.

videoconferenzaNell’incontro di oggi, organizzato dall’Italia, sono stati due i principali temi trattati: le variazioni societarie come possibile indicatore di infiltrazione della criminalità organizzata nell’economia e le frodi che hanno riguardato i sostegni economici che a livello nazionale sono stati assicurati per mitigare l’impatto della più grave recessione dalla grande depressione del 1929.

“Finora abbiamo analizzato rischi potenziali di infiltrazione nell’economia” ha esordito il Prefetto Rizzi “Da oggi in poi lo scenario cambia perché, con lo strumento Next Generation EU di 750 miliardi distribuiti in Europa, ci sarà un rischio concreto di inquinamento dei mercati legali e noi dobbiamo intervenire perché nessun euro venga sottratto alla rinascita dell’economia”.

La struttura di Europol preposta all’analisi della criminalità economica e finanziaria (EFECC) già a dicembre 2020 ha monitorato 11 tentativi di appropriazione dei fondi di ripresa economica Covid 19 nei Paesi dell’Unione. Ne è seguita la predisposizione di un modello di intervento (sia a livello preventivo che repressivo) per il supporto operativo degli Stati membri con l’obiettivo di scongiurare ogni pericolo di inquinamento dell’economia legale.

“Le reti criminali prosperano in tempo di pandemia: Europol lancerà da luglio a dicembre 2021 l’operazione Sentinel che ha l’obiettivo proprio di stimolare e raccogliere le indagini relative alle frodi sui fondi di sostegno europeo. È un nostro dovere e una nostra responsabilità di impedire che questo pericolo diventi una realtà” ha concluso Catherine De Bolle.