Postale: attenzione alla truffa dei falsi buoni Coop gratis

Truffa falsi buoni coopLa Polizia postale ha individuato una nuova truffa che in queste ore si sta diffondendo in Rete. Questa volta i poliziotti hanno rilevato una massiccia diffusione di messaggi pubblicitari truffaldini relativi ad una presunta attività sociale dei supermercati Coop.

Il messaggio ingannevole è simile al seguente: “Coop sta distribuendo generi alimentari gratuiti del valore di 250 euro per sostenere la nazione durante la pandemia di Corona. Sbrigati! Raccogli il tuo voucher GRATUITO qui: http://xxxxxxxxxxxxxxx”.

Ancora una volta criminali senza scrupoli stanno sfruttando la pandemia da Coronavirus e le difficoltà economiche di molte persone, invitando i cittadini a cliccare su un falso sito internet della società Coop e ad inserire i propri dati anagrafici per garantirsi un voucher gratuito.

La società Coop, che ha presentato denuncia alla Polizia postale di Bologna, ha disconosciuto tale attività truffaldina e raccomanda a tutti i consumatori di consultare esclusivamente il proprio sito www.e-coop.it.

Fate sempre attenzione. Non cliccate mai sui link che vengono proposti da messaggi analoghi, non compilate mai moduli online con i dati personali e verificate sempre sui siti ufficiali le informazioni che ricevete.

I casi sospetti potete segnalarli sul sito della Polizia postale.

Sergio Foffo

Coronavirus: mancanza di sicurezza, a Ferrara e Rovigo chiuse aziende tessili

laboratorio tessileScoperte dalla Polizia a Rovigo e Ferrara aziende che producevano mascherine  senza le dovute autorizzazioni , con lavoratori irregolari, e senza il rispetto delle norme previste per il contenimento della diffusione del Coronavirus.

A Rovigo i poliziotti della volante, all’interno di un garage nei pressi del centro , scoprivano un laboratorio che produceva mascherine, apparentemente chirurgiche. Al lavoro  risultavano quattro persone di nazionalità cinese di cui due senza regolare contratto e residenti in un’altra regione.

Gli ambienti nei quali si svolgeva la fabbricazione delle mascherine erano insalubri, senza alcuna uscita di emergenza e senza servizi igienici e le postazioni di lavoro avevano una scarsa luminosità. Inoltre, non era in nessun modo rispettato il distanziamento sociale fra i dipendenti.              

L’azienda  poi, risultava avere il codice ATECO (combinazione alfanumerica che identifica un’attività economica) che non rientrava fra quelli autorizzati a continuare l’attività lavorativa durante il periodo di contenimento epidemiologico da COVID-19.         

Per le violazioni riscontrate, ai tre dipendenti e al titolare veniva applicata una sanzione amministrativa del pagamento di una somma da euro 400 a euro 3000; in più il titolare veniva diffidato nel proseguire l’attività e gli veniva applicata anche un’altra sanzione amministrativa.

controlliA Ferrara, invece, in un capannone i poliziotti insieme alla locale polizia municipale hanno scoperto un laboratorio tessile clandestino. Al lavoro c’erano 18 cittadini cinesi che erano alle macchine da cucire senza rispettare le prescrizioni in materia di contenimento del Coronavirus e nove di loro sono risultati irregolari.

Nella struttura, inoltre sono state scoperte numerose stanze abusive adibite a dormitorio, alcune prive di finestre,  una zona dedicata alla preparazione di pasti  e un servizio  igienico in precario stato di  manutenzione e pulizia .

Anche questa azienda non aveva il codice ATECO idoneo a continuare l’attività lavorativa durante il periodo di contenimento epidemiologico da COVID-19.     

A tutti veniva applicata la sanzione amministrativa per non aver  rispettato le distanze interpersonali di sicurezza.

Il legale rappresentante dell’azienda, invece, è stato indagato per sfruttamento della manodopera clandestina e favoreggiamento della presenza di cittadini irregolari in Italia.

Il capannone adibito a laboratorio veniva chiuso provvisoriamente per cinque giorni a norma dell’art. 4 co. 4  del D.L. 19/2020, in attesa dell’applicazione della sanzione amministrativa accessoria della chiusura dell’attività da parte del Prefetto.