Modena: 10 arresti nell’operazione “Trust”

intercettazioni squadra mobileFornivano assistenza ad imprenditori che stavano per dichiarare fallimento delle loro società distraendo dal patrimonio beni destinati ai creditori, tra cui l’Erario.

Dieci persone sono state arrestate, questa mattina, dalla Squadra mobile di Modena a conclusione di un’indagine iniziata nel 2016. Gli indagati sono accusati di associazione per delinquere, bancarotta fraudolenta, riciclaggio, auto-riciclaggio, falso in atti pubblici ed attestazioni e sottrazione fraudolenta al pagamento d’imposte.

Dalle indagini è emerso che l’associazione criminale, con base operativa a Modena, operava avvalendosi di due avvocati, uno dei quali risulta radiato dall’albo e promotore dell’iniziativa illecita, un notaio, un ingegnere e di due commercialisti, nonché di alcuni prestanome.

Gli imprenditori, determinati ad evitare di vedere dissipato il loro patrimonio dal fallimento, richiedevano i “servizi a pagamento” offerti dall’associazione criminale riuscendo così, anche grazie a dei prestanome, a trasferire all’estero il patrimonio residuo.

Le “teste di legno” subentravano nell’amministrazione della società fallente come legali rappresentanti di nuove società appositamente costituite per acquisire i beni e trasferirli.
Attraverso sistematici bonifici, giustificati mediante l’emissione di fatture per importi spropositati da parte delle società controllate dal gruppo criminale, il patrimonio veniva sottratto e rinvestito in attività finanziarie all’estero in particolare in Bulgaria prima che venisse dichiarato il fallimento.

Quando ormai interveniva il fallimento le società si presentavano come “scatole vuote” e i curatori fallimentari nominati dai Tribunali, pur evidenziando delle anomalie non erano in grado di ricostruire le singole operazioni.

Dalle indagini è emerso che agli atti esaminati riportavano la data falsificata (contratti preliminari di compravendita, fatture, contratti di locazione commerciale, mandati a vendere, contratti di affitto di azienda) mediante l’utilizzo di un sigillo contraffatto con l’impronta riferibile all’ufficio postale di Summaga, piccola frazione del comune di Portogruaro (Venezia).

Gli investigatori hanno potuto dimostrare che il gruppo nel tempo, aveva mosso denaro per svariati milioni di euro.

L’operazione odierna è stata denominata “Trust” in quanto uno degli strumenti utilizzati dagli indagati per mettere al riparo i beni di alcuni imprenditori dalle eventuali azioni dei creditori e dei curatori fallimentari è consistito nell’istituzione di Trust gestiti da società bulgare.

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