Polizia stradale: continuano i controlli durante i weekend

Polizia stradale: continuano i controlli durante i weekend

Continua la campagna della Polizia stradale, in vista della giornata mondiale delle vittime della strada del 19 novembre, che vedi gli agenti impiegati, in tutte le province italiane, in servizi per il contrasto alla guida in stato di alterazione per uso di alcool e droga.

I controlli sono avvenuti in collaborazione con i medici della Polizia di Stato che hanno operato su strada con i poliziotti della Stradale per individuare, grazie ad un test rapido, gli assuntori di sostanze stupefacenti.

Complessivamente sono stati fatti più di mille posti di controllo durante i quali sono state identificate circa 45mila persone e controllati quasi 25mila veicoli.

I conducenti risultati positivi all’alcool o alla droga sono stati il 6,5% dei controllati.

Un dato preoccupate che conferma come la guida in stato di ebbrezza, soprattutto nella fascia di conducenti in giovane età, nelle ore notturne durante i weekend, continui a costituire una infrazione particolarmente frequente.

Gli incidenti stradali si confermano la principale causa di morte per i giovani tra i 15 e i 29 anni e le cause di maggior rilievo si confermano la distrazione alla guida e l’eccessiva velocità.

Le analisi tecniche, per la conferma dell’assunzione di sostanze vietate alla guida, sono state effettuate nel laboratorio di tossicologia forense della Direzione centrale di sanità della Polizia di Stato.

Operazione internazionale di contrasto all’estremismo di destra sul web

Operazione internazionale di contrasto all’estremismo di destra sul webI poliziotti del Centro operativo sicurezza cibernetica della Polizia postale e della Digos di Torino, diretti dalla Direzione centrale della polizia di prevenzione e dal Servizio polizia postale, hanno partecipato ad un’operazione internazionale coordinata dalle agenzie Eurojust ed Europol per il contrasto al fenomeno del radicalismo sul web di matrice suprematista e neonazista.

Le indagini hanno evidenziato un network operativo in tutta Europa e rappresentato in Italia da due minorenni di Torino e Salerno.

Sono sei i Paesi interessati, diversi i membri della rete perquisiti e cinque gli arrestati, distribuiti su tutto il territorio del Vecchio continente.

Il gruppo pubblicava su chat private manuali per l’attacco ed il sabotaggio delle infrastrutture critiche oltre a istruzioni per la fabbricazione di armi ed esplosivi ed era pronto a commettere in ogni momento atti violenti contro ebrei, musulmani e chiunque fosse considerato di “razza inferiore”.

Inoltre, è stato scoperto un vero e proprio culto da parte dei partecipanti verso suprematisti che negli anni si sono resi responsabili di gravi attentati terroristici, come la strage di Utoya nel 2011 o quella di Christchurch nel 2019.

I due minorenni italiani, denunciati dai poliziotti, erano particolarmente attivi nella pubblicazione di frasi d’odio xenofobe e antisemite ed erano fuoriusciti dal gruppo europeo per aderire a un altro gruppo Telegram con posizioni più teorico-ideologiche e meno militanti sul piano operativo.

Ai due sono stati sequestrati computer e telefoni cellulari oltre ad alcune armi softair, un pugnale con simboli nazisti e riproduzioni di distintivi delle forze di Polizia.

Evasione fiscale e truffe nel commercio delle auto, 6 indagati a Venezia

polizia stradale finanzaSono accusate dei reati di truffa nel commercio di auto d’importazione, intestazione fittizia di un autosalone, evasione fiscale e falsità in atti pubblici le sei persone indagate dagli investigatori della Polizia stradale e del Nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di finanza nell’indagine “Operazione supercar”.

L’attività investigativa si è conclusa con una serie di perquisizioni disposte dalla Procura della Repubblica di Venezia nei confronti degli appartenenti al gruppo criminale, residenti nelle province di Venezia, Padova e Pordenone.

Numerose le truffe messe a segno dagli indagati che inserivano annunci sui principali portali di vendita online di automobili, grazie ai quali entravano in contatto con le potenziali vittime.

Ai primi approcci preliminari seguivano gli accordi contrattuali con i clienti, i quali, dopo aver versato gli acconti per l’acquisto delle auto, non riuscivano più ad avere contatti con i venditori, che si rendevano irreperibili.

Oltre a truffare persone che volevano acquistare auto, gli indagati avevano escogitato un sistema per evadere totalmente le imposte su effettive vendite di auto.

Grazie alla complicità dei gestori di un autosalone della provincia di Venezia, i truffatori importavano dalla Germania auto di grossa cilindrata, prevalentemente Audi e Bmw, che poi vendevano a prezzi molto inferiori al valore effettivo di mercato.

Questo era possibile grazie ad uno stratagemma che consentiva loro di aggirare la normativa fiscale; infatti, le auto venivano intestate a persone fisiche che fungevano da prestanome, evitando così l’immediata riconducibilità all’autosalone al quale i veicoli erano effettivamente destinati per la vendita.

Catanzaro: operazione “Alto impatto”

operazioneOperazione “Alto impatto” nel rione Aranceto di Catanzaro con controlli e perquisizioni della Polizia, Carabinieri e guardia di finanza. Alle operazioni hanno partecipato Polizia locale, Vigili del fuoco e altri enti quali Enel, Italgas e i servizi sociali di Catanzaro.
Durante le attività sono state identificate 282 persone, controllati 180 veicoli, di cui 7 sequestrati, contestate 16 violazioni del Codice della Strada ed elevate 2 contravvenzioni amministrative nei confronti di esercizi pubblici che somministravano alimenti e bevande senza alcuna autorizzazione. 

Inoltre, gli operatori hanno sequestrato marijuana, denaro contante, attrezzi per lo scasso, centraline elettroniche utilizzate per rubare le autovetture ed anche impianti di videosorveglianza non autorizzati posizionati a guardiania di abitazioni di pregiudicati.

Inoltre, sono stati trovati alcuni veicoli rubati che nei prossimi giorni verranno restituiti ai legittimi proprietari.

Nel corso dell’operazione sono stati effettuati controlli amministrativi finalizzati alla verifica del rispetto delle norme del Codice della strada e delle condizioni di salubrità ambientale ed igienico-sanitaria degli immobili della zona.

In particolare, sono state controllate le case popolari per accertare la presenza regolare di occupazione e la presenza di utenze allacciate abusivamente; gli operatori hanno provveduto alla chiusura di quelle irregolari ed al ripristino dei sigilli ai contatori manomessi.

Le ispezioni sono state estese anche alle parti condominiali, inclusi ascensori, terrazzi e magazzini nonché ad alcuni alloggi in stato di abbandono. Nelle aree comuni esterne, trasformate in discarica a cielo aperto, è stata trovate grosse quantità di rifiuti di ogni tipo, tra cui numerose carcasse di veicoli. La zona è stata ripulita e i rifiuti sono stati prelevati per essere smaltiti regolarmente.

Per l’operazione di oggi sono stati impiegati circa 150 operatori delle diverse Forze dell’ordine. All’operazione ha preso parte anche un elicottero della Polizia di Stato.

Roma: confiscati beni per 5 milioni di euro a imprenditore

I poliziotti della Divisione anticrimine della questura di Roma hanno eseguito un decreto di sequestro di beni finalizzato alla confisca per un valore di cinque milioni di euro ad un imprenditore romano, attualmente detenuto.

L’operazione è il risultato delle attività investigative che gli agenti della Polizia di Stato mettono in atto per individuare e contrastare l’accumulo di beni acquisiti da persone ritenuto pericolose dal Codice antimafia.

Le indagini patrimoniali, svolte dagli specialisti della Divisione anticrimine, nell’arco temporale di oltre 30 anni, hanno evidenziato l’enorme sproporzione tra i beni posseduti dal destinatario del provvedimento e i redditi dichiarati per l’attività economica svolta.

Già attivo nel campo dell’edilizia romana, nella vendita di veicoli di lusso e in quello immobiliare, l’uomo era già stato coinvolto in passato in due operazioni di polizia per il contrasto al narcotraffico in cui aveva aiutato la latitanza di un appartenente alla ‘Ndrangheta ospitandolo in una sua abitazione e per i suoi contatti con un broker romano che importava grandissime quantità di sostanza stupefacente dal Sud America.

L’imprenditore aveva anche favorito l’organizzazione di un incontro tra narcotrafficanti in un cantiere edile a lui riconducibile. A conclusione delle indagini è stata disposta l’esecuzione della confisca di quattro società di capitali e relativi complessi aziendali operanti nella ristorazione, nell’immobiliare e nel commercio di veicoli di lusso; oltre nove abitazioni, di cui una situata a Santa Teresa di Gallura (Sassari) e le altre a Roma (tra cui anche una villa con piscina); un maneggio con sette cavalli purosangue, cinque veicoli e un’imbarcazione da diporto, oltre a rapporti finanziari le cui liquidità sono ancora in corso di quantificazione.