Orosei (Nuoro): l’ultimo saluto a Marino Terrezza

Una folla commossa era presente stamattina a Orosei (Nuoro) ai funerali di Marino Terrezza, assistente della Polizia di Stato investito qualche giorno fa lungo la statale 131, all’altezza di Posada (Nuoro), mentre soccorreva un’autovettura rimasta in panne.

I funerali si sono svolti in Sardegna, al Santuario di Nostra Signora del Rimedio di Orosei, dove Marino viveva già da qualche anno con la compagna Silvia e il figlio Daniel di 5 anni. Era presente il capo della Polizia Lamberto Giannini  per manifestare la vicinanza ai familiari e ai colleghi a nome di tutti i poliziotti.

Hanno partecipato alla funzione religiosa anche il vice ministro dello Sviluppo Economico Alessandra Todde e il direttore centrale delle Specialità della Polizia di Stato Daniela Stradiotto.

I familiari e gli amici sono arrivati dal suo paese di origine, San Giorgio a Liri, in provincia di Frosinone.

I funerali di Marino TerrezzaLa tragedia, che ha strappato il poliziotto della Stradale all’affetto dei cari, risale a tre giorni fa. Marino e il suo collega sono intervenuti per soccorrere una mamma e il figlio rimasti bloccati lungo la statale 131 con la loro autovettura a causa di una foratura. Con lampeggianti e bandiera i due poliziotti della Stradale stavano facendo viabilità quando un’autovettura ha investito Marino facendolo balzare a diversi metri di distanza. I sanitari hanno tentato in tutti i modi di salvare la vita dell’agente, ma non c’è stato nulla da fare.

Dopo avere frequentato la scuola allievi agenti di Campobasso nel 2008, Marino era stato assegnato al Compartimento Polizia stradale Sardegna – distaccamento Orosei. Era poi stato trasferito per un breve periodo allo scalo di Fiumicino (Roma) per poi tornare in Sardegna alla Polizia stradale, prima al distaccamento di Bitti (Nuoro) e poi a quello di Siniscola (Nuoro) dove era in servizio al momento dell’incidente.

Le autorità presenti, i cittadini e i colleghi della Polizia stradale si sono tutti uniti nel dolore attorno alla famiglia di Marino Terrezza.

Il Numero unico di emergenza 1 1 2 diventa accessibile anche alle persone sorde

112 sordiIl Numero unico europeo di emergenza 1 1 2 (NUE 112) è diventato accessibile anche alle persone sorde grazie alla collaborazione definita e coordinata dal ministero dell’Interno con l’Ente nazionale sordi (Ens) di concerto con il ministero dello Sviluppo economico e il supporto tecnico e operativo della regione Piemonte.

Il nuovo portale della comunicazione in emergenza per le persone sorde “Sistema 112 Sordi” è stato presentato questa mattina, prima dell’inizio dei lavori del XXVI Congresso nazionale delll’Ens.

Il nuovo sistema è frutto di un protocollo d’intesa siglato il 23 luglio scorso tra il ministero dell’Interno, rappresentato dal vice direttore generale della pubblica sicurezza preposto all’Attività di coordinamento e pianificazione delle Forze di polizia Maria Teresa Sempreviva, in qualità di presidente della Commissione consultiva preposta all’attuazione del Nue 1 1 2, e l’Ente nazionale sordi, rappresentato dal presidente Giuseppe Petrucci.

L’accordo era mirato proprio a consentire l’accesso dei cittadini sordi al Numero unico di emergenza 1 1 2 in modo equivalente a quello degli altri utenti finali.

Il servizio permette agli operatori del 1 1 2 e dei numeri di emergenza italiani di sapere che la persona che sta chiedendo aiuto è sorda.

Il sistema telefonicamente attivabile con una chiamata al numero 800 800 112 consente al cittadino sordo di allertare la Centrale unica di risposta (Cur) ed interagire direttamente con gli operatori del Cur piemontesi (non serve nessun colloquio con l’operatore 1 1 2), che assicurano il servizio in ambito nazionale, attraverso l’avvio di una chat testuale alla quale si accede tramite un Sms inviato dalla centrale di risposta all’atto della ricezione della chiamata.

Sia la registrazione che il servizio sono completamente gratuiti.

Al fine di facilitare le operazioni di soccorso, è stato reso disponibile un portale annesso al Servizio 112Sordi, dove i cittadini disabili hanno la possibilità di preregistrare i propri dati.

Il sistema è stato testato dall’Ens grazie alla collaborazione di 21 persone sorde, una per ogni regione italiana.

Parte la collaborazione tra Dipartimento della p.s. e l’Unodc – Onu

Firma memorandumIl Dipartimento della pubblica sicurezza del ministero dell’Interno e le Nazioni unite hanno firmato un memorandum strategico di contrasto a ogni forma di criminalità transnazionale

Il documento è stato siglato dal capo della Polizia Lamberto Giannini, e dalla direttrice esecutiva dell’Ufficio delle Nazioni unite contro la droga e il crimine (Unodc) di Vienna, sottosegretario generale Ghada Fathi Waly, presso Palazzo Cimarra, sede dell’Ufficio per il coordinamento e la pianificazione delle Forze di polizia.

La sottoscrizione è avvenuta alla presenza del vice direttore generale preposto all’attività di Coordinamento e pianificazione delle Forze di polizia, Maria Teresa Sempreviva, e del segretario generale del ministero degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, Ettore Francesco Sequi a testimonianza dell’importanza che la Farnesina annette all’operato del Dipartimento della pubblica sicurezza in ambito internazionale.

Il prefetto Giannini, nel suo intervento, ha sottolineato come tale “Memorandum of understanding” rappresenti un’eccellente opportunità per disporre di un utilissimo quadro di riferimento per ogni attività di collaborazione che potrà sistemizzare e rafforzare ulteriormente l’azione di law enforcement italiana in sinergia con Unodc e con gli omologhi degli Stati membri.

Firma memorandumIl capo della Polizia ha poi evidenziato che, con la firma odierna, inizia un percorso a due per edificare un network di sicurezza globale ancora più resiliente alle minacce, sempre più transnazionali, trasversali e fluide. Il motivo di fondo della ricerca di questo strumento negoziale “sta nella consapevolezza della connotazione transnazionale del crimine: assistiamo infatti a minacce sempre più sofisticate e fluide che non hanno un’appartenenza territoriale e che sono perpetrabili e radicabili in ogni dimensione spaziale. Per questo, tradizione culturale e giuridica, strategie di contrasto a ogni forma di criminalità, capacità organizzativa e di adeguamento ai mutamenti degli strumenti normativi ed operativi costituiscono un know how che deve superare le frontiere ponendosi al servizio della legalità, della sicurezza e della giustizia globale, allo scopo di rafforzare la resilienza delle comunità dinanzi a ogni fenomeno criminale organizzato, grave ed emergente e terrorista. Le Forze di polizia devono dimostrarsi sempre più capaci di adattarsi, con flessibilità, anche a repentini cambiamenti di scenario, come sta avvenendo con la grave crisi pandemica e con il cambiamento climatico”.

Il prefetto Giannini ha poi proseguito sottolineando che il nostro è un law enforcement al passo coi tempi che offre expertise e resilienza nella gestione di ogni nuova fenomenologia criminale. Lo dimostrano tutti gli ambiti di intervento specializzato su cui, da più di un trentennio, Polizia di Stato e Carabinieri hanno posto il focus, con assetti e risorse dedicati, a cui si è aggiunta la fondamentale competenza specialistica della Guardia di finanza.

Per tali ragioni e con questo patrimonio da capitalizzare, ha precisato il prefetto Giannini, obiettivo principale è quello di rendere organica la collaborazione già in essere tra il Dipartimento della pubblica sicurezza e Unodc.

In virtù di ciò potranno da subito essere sviluppate azioni condivise che permettano di elaborare progetti congiunti di assistenza tecnica e capacity building, attività formative e seminariali e ogni altra attività di reciproco interesse. La criminalità organizzata grave ed emergente e il terrorismo, infatti, non si debellano solo con il momento operativo e di contrasto, che restano assolutamente fondamentali, ma anche e soprattutto fornendo il know how a ogni operatore di sicurezza attraverso la condivisione di programmi congiunti, concreti e pragmatici.

Droni: voli sopra il limite, denunciato un 61enne

droniÈ accusato di attentato alla sicurezza dei trasporti, il 61enne esperto di droni, denunciato dalla Polizia postale e delle comunicazioni. L’uomo, ha fatto volare il suo drone sul centro di Roma, spingendolo fino a 2mila metri di altezza in prossimità di aerei di linea, quando il limite consentito è di 120 metri dal suolo.

Il 61enne è uno degli iscritti a una frequentatissima pagina Facebook di appassionati del settore, nella quale vengono postati video e immagini di droni in volo su centri abitati, parchi, aree protette e anche sopra le zone aeroportuali, ben oltre le altezze consentite.

Alla sua identificazione gli agenti sono arrivati grazie alla segnalazione di un pilota professionista e di alcuni cittadini. Gli esperti del Centro nazionale anticrimine informatico della Polizia postale (Cnaipic) hanno ricostruito le tracce lasciate online da immagini e filmati e, con la collaborazione dell’Enac, sono arrivati a individuare il 61enne, che aveva postato un video del drone in volo sui cieli di Roma, in prossimità di un aereo di linea. È così scattata una perquisizione domiciliare che ha consentito di sequestrare oltre ai droni anche il filmato originale, assieme ad altri video per centinaia di ore di volo illegali.

Palermo: commemorato il commissario Montana ucciso dalla mafia

commemorazione montanaSi è svolta questa mattina a Santa Flavia, sul lungomare di Porticello, in provincia di Palermo, la cerimonia di commemorazione in ricordo del commissario della Polizia di Stato Giuseppe Montana.

Proprio nel punto in cui, il 28 luglio 1985, il poliziotto fu assassinato dalla mafia, sorge la stele commemorativa, nella piazza intitolata al commissario della Squadra mobile di Palermo.

Su quella stele di marmo il questore Leopoldo Laricchia ha deposto, a nome del capo della Polizia Lamberto Giannini, una corona di alloro, alla presenza delle autorità locali e dei familiari della vittima.

Subito dopo la deposizione della corona, il cappellano della Polizia di Stato di Palermo, don Massimiliano Purpura, ha impartito una benedizione.

Ricordiamo che per l’estremo sacrificio di Beppe Montana, lo Stato gli ha conferito la Medaglia d’oro al merito civile, con la seguente motivazione: “Sprezzante dei pericoli cui si esponeva nell’operare contro la feroce organizzazione mafiosa, svolgeva in prima persona e con spirito d’iniziativa non comune, un intenso e complesso lavoro investigativo che portava all’identificazione e all’arresto di numerosi fuorilegge. Sorpreso in un agguato, veniva mortalmente colpito da due assassini, decedendo all’istante. Testimonianza di attaccamento al dovere spinto fino all’estremo sacrificio della vita. Palermo, 28 luglio 1985”.