Coronavirus: mancanza di sicurezza, a Ferrara e Rovigo chiuse aziende tessili

laboratorio tessileScoperte dalla Polizia a Rovigo e Ferrara aziende che producevano mascherine  senza le dovute autorizzazioni , con lavoratori irregolari, e senza il rispetto delle norme previste per il contenimento della diffusione del Coronavirus.

A Rovigo i poliziotti della volante, all’interno di un garage nei pressi del centro , scoprivano un laboratorio che produceva mascherine, apparentemente chirurgiche. Al lavoro  risultavano quattro persone di nazionalità cinese di cui due senza regolare contratto e residenti in un’altra regione.

Gli ambienti nei quali si svolgeva la fabbricazione delle mascherine erano insalubri, senza alcuna uscita di emergenza e senza servizi igienici e le postazioni di lavoro avevano una scarsa luminosità. Inoltre, non era in nessun modo rispettato il distanziamento sociale fra i dipendenti.              

L’azienda  poi, risultava avere il codice ATECO (combinazione alfanumerica che identifica un’attività economica) che non rientrava fra quelli autorizzati a continuare l’attività lavorativa durante il periodo di contenimento epidemiologico da COVID-19.         

Per le violazioni riscontrate, ai tre dipendenti e al titolare veniva applicata una sanzione amministrativa del pagamento di una somma da euro 400 a euro 3000; in più il titolare veniva diffidato nel proseguire l’attività e gli veniva applicata anche un’altra sanzione amministrativa.

controlliA Ferrara, invece, in un capannone i poliziotti insieme alla locale polizia municipale hanno scoperto un laboratorio tessile clandestino. Al lavoro c’erano 18 cittadini cinesi che erano alle macchine da cucire senza rispettare le prescrizioni in materia di contenimento del Coronavirus e nove di loro sono risultati irregolari.

Nella struttura, inoltre sono state scoperte numerose stanze abusive adibite a dormitorio, alcune prive di finestre,  una zona dedicata alla preparazione di pasti  e un servizio  igienico in precario stato di  manutenzione e pulizia .

Anche questa azienda non aveva il codice ATECO idoneo a continuare l’attività lavorativa durante il periodo di contenimento epidemiologico da COVID-19.     

A tutti veniva applicata la sanzione amministrativa per non aver  rispettato le distanze interpersonali di sicurezza.

Il legale rappresentante dell’azienda, invece, è stato indagato per sfruttamento della manodopera clandestina e favoreggiamento della presenza di cittadini irregolari in Italia.

Il capannone adibito a laboratorio veniva chiuso provvisoriamente per cinque giorni a norma dell’art. 4 co. 4  del D.L. 19/2020, in attesa dell’applicazione della sanzione amministrativa accessoria della chiusura dell’attività da parte del Prefetto.

Coronavirus: attraverso un sito vendeva dispositivi di protezione, denunciato a Napoli

Operazione Napoli CoronavirusA marzo aveva aperto un sito da dove pubblicizzava la vendita di kit per la rilevazione dell’infezione da “Coronavirus”, di termometri digitali, mascherine FFP2 e KN95, nonché di mascherine chirurgiche.

L’uomo che sfruttava lo stato di necessità delle persone per la protezione dal Coronavirus, commercializzando  in modo fraudolento prodotti non a norma, è stato denunciato per frode in commercio e speculazioni su merci.

 A scoprire l’attività illecita dell’indagato sono stati gli specialisti della Polizia postale di Napoli che nel costante monitoraggio della Rete, proprio alla ricerca di attività fraudolente connesse all’emergenza Covid-19, ha individuato un sito denominato “Testcovid19.it”.

L’attività di indagine ha portato a casa dell’uomo, dove, durante la perquisizione gli sono stati  trovati materiali di scarsa qualità e sprovvisti della validazione dell’Autorità Sanitaria Nazionale, nonché privi della certificazione CE e dei prescritti requisiti di tracciabilità e di affidabilità acquistati dallo stesso da un fornitore cinese online.

A tal proposito, è opportuno precisare che il test per la diagnosi del Covid-19 deve necessariamente essere eseguito da operatori specializzati che fanno capo al Dipartimento di prevenzione della Asl competente per territorio. In caso di positività al nuovo coronavirus, la diagnosi deve essere confermata dal laboratorio di riferimento nazionale dell’Istituto Superiore di Sanità. E soprattutto non esistono kit commerciali per la diagnosi dell’infezione.

L’operazione condotta dal Compartimento di Napoli rientra nelle attività coordinate a livello centrale dal Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni, finalizzate al contrasto delle vendite fraudolente, nonché per individuare illecite raccolte fondi da destinare agli ospedali.

Minacciava in Rete di infettare per Covid-19, denunciato dalla Postale

polizia postale cnaipicIl suo nome in Rete era “Kaiser Soze” e minacciava di uscire dalla quarantena per Covid-19 e infettare un gran numero di persone se non gli avessero rinnovato gratuitamente l’abbonamento online ad un gioco di ruolo. I poliziotti del Compartimento Polizia postale e delle comunicazioni per le  Marche in collaborazione con il Cnaipic (Centro nazionale anticrimine informatico e per la protezione delle infrastrutture critiche) hanno denunciato il giovane per procurato allarme.

Alla luce della gravità del fatto, la società titolare della piattaforma americana informatica segnalava l’accaduto all’Fbi (Federal bureau of investigation) che, dopo aver acquisito i dati di registrazione dell’utente ed aver verificato che si trattava di un italiano, li trasmetteva al Cnaipic.

Dalle indagini, i poliziotti della Postale hanno accertato dapprima che i collegamenti erano stati eseguiti attraverso una connessione proveniente dalle Marche e successivamente che l’account non era in uso all’utente registrato, bensì un’altra persona, reale utilizzatore della piattaforma di gioco che quindi è stato denunciato.

Ferroviaria: il bilancio del primo trimestre dell’anno

PolferLa Polizia ferroviaria ha comunicato il bilancio dei primi tre mesi dell’anno, durante i quali  sono state impiegate 49.867 pattuglie nelle stazioni italiane e 10.029 a bordo dei treni scortati.

In questo periodo gli agenti della Specialità hanno arrestato 218 persone, ne hanno indagate 3.963 e ne hanno identificate 515.480.

Nello stessi mesi gli agenti della Ferroviaria hanno svolto 3.242 servizi antiborseggio, ed hanno contestato 2.134 violazioni.

Sono 187 i minori non accompagnati, rintracciati e restituiti alle famiglie o collocati in comunità.

Durante i controlli gli agenti hanno sequestrato circa 18 chili di sostanze stupefacenti tra cocaina, eroina e hashish.

Postale: tentativo di attacco cyber all’ospedale Spallanzani di Roma

Attacco informaticoIn questi giorni caratterizzati dall’emergenza Covid19 è altissima la vigilanza, anche sulla rete web, da parte degli apparati di sicurezza.
La tempestività d’intervento ha consentito agli specialisti di far fronte rapidamente ad alcuni attacchi informatici, che si sono verificati ai danni di strutture italiane di eccellenza attualmente impegnate nel fronteggiare l’emergenza sanitaria.

L’analisi dello scenario è stato inoltre oggetto di una riunione straordinaria del Nucleo Sicurezza Cibernetica, l’organo presieduto dal Vice Direttore Generale del Dipartimento delle Informazioni per la Sicurezza (DIS), con delega al cyber, cui è affidato il compito di gestire eventuali crisi cibernetiche e di curare la preparazione e prevenzione in materia di sicurezza informatica. Del gruppo di lavoro fanno parte i rappresentanti delle agenzie d’intelligence AISE ed AISI e della polizia postale (CNAIPIC).

All’esito del confronto il Nucleo ha provveduto ad allertare, attraverso i poliziotti del CNAIPIC, la rete sanitaria nazionale perché innalzasse le difese su reti ed infrastrutture.

E’ altresì emerso che i singoli casi registrati in Italia spesso sono attacchi cd. “ransomware”, ispirati cioè da finalità di lucro e non dall’intento di rubare dati sensibili.
La polizia postale, nei giorni che hanno preceduto gli attacchi, aveva già più volte invitato i cittadini ad alzare la guardia rispetto a iniziative “malevole” che giocano proprio sulle preoccupazioni legate alla pandemia.

Resta comunque altissima la vigilanza da parte dei nostri apparati di sicurezza, che sono costantemente impegnati a garantire un’idonea cornice di sicurezza agli operatori impegnati in prima linea.