La Spezia: arrestato il molestatore seriale

La SpeziaArrestato all’alba di oggi il molestatore che da oltre due anni terrorizzava le donne di La Spezia.

Si tratta di un operaio tunisino trentacinquenne, regolare sul territorio nazionale, sconosciuto alle Forze di polizia ed insospettabile non avendo mai creato problemi sia sul posto di lavoro che nel condominio di residenza.

L’uomo dovrà rispondere del reato di violenza sessuale per 11 episodi, anche nei confronti di minorenni, mentre si stanno svolgendo ulteriori accertamenti per altri 10 casi.

Ventuno sono, infatti, gli episodi consumati nel periodo che va dalla fine dell’anno 2017 al 18 gennaio 2020, ultima volta che l’uomo ha colpito, prima di essere fermato dalla Polizia di Stato.

Le aggressioni avvenivano sempre in luoghi scarsamente illuminati e privi di telecamere di sicurezza: un giovane, magro e molto agile, con il volto sempre parzialmente nascosto dal cappuccio, dopo aver individuato e scelto le vittime, sempre donne sole, le seguiva e, senza pronunciare parola, le aggrediva da dietro afferrandole con forza, palpando loro le parti intime e, in alcuni casi, cercando perfino di sfilarne la biancheria intima.

Poi la fuga: veloce, con passi agili, tanto da far perdere subito le proprie tracce.   

Dopo mesi di lavoro la svolta, grazie ad un’immagine che riprendeva una delle vittime seguita dal presunto molestatore il quale, passando sotto ad una telecamera, si copriva il volto per non farsi riprendere: troppo poco per poterlo identificare ma, comunque, un piccolo passo falso che forniva un importante input investigativo.

Durante i servizi di pattugliamento delle zone dove il maniaco seriale colpiva, gli uomini della Squadra mobile individuavano un sospetto: un cittadino extra comunitario che girava in città in bicicletta, particolarmente magro e vestito con alcuni capi di abbigliamento simili a quelli ripresi dalla telecamera.

L’uomo veniva pedinato e veniva individuata la sua abitazione, un appartamento nel quartiere di Mazzetta, poco distante dai luoghi dove si era verificato il maggior numero di violenze; circostanza che poteva spiegare come il maniaco potesse svanire velocemente, dopo ogni colpo, senza lasciare tracce.

In occasione dell’ultimo episodio di violenza, consumato la mattina del 18 gennaio 2020 nei confronti di una minorenne che stava per prendere l’autobus, il molestatore introduceva un elemento di novità nel suo consueto modus operandi, avvicinandosi alla vittima in sella ad una bicicletta: la stessa con la quale era stato identificato la prima volta dai poliziotti.

Preziose si rivelavano anche le immagini registrate da una telecamera installata dagli investigatori in un luogo messo sotto osservazione nel corso delle indagini che, la mattina del 18 gennaio, riprendeva i movimenti dell’uomo con la sua bicicletta, immediatamente prima di consumare l’ennesima violenza, vestito nello stesso modo poi descritto minuziosamente dalla ragazza durante la denuncia.

La perquisizione personale e domiciliare permetteva, infine, di sequestrare i capi di abbigliamento con cappuccio indossati dal cittadino tunisino per nascondersi il volto.

Capo della Polizia in udienza speciale da Papa Francesco

capo polizia udienza papale“Di tutto, specialmente del vostro servizio quotidiano svolto in modo encomiabile vi sono personalmente riconoscente e in questa circostanza intendo rinnovarvi la mia stima per lo spirito che lo anima”. Queste le parole di Papa Francesco nei confronti del capo della Polizia e dei poliziotti che stamattina sono stati ricevuti in un’udienza speciale in Vaticano.

poliziotti in vaticano

Una tradizione ormai consolidata da diversi anni quella dell’udienza speciale di inizio anno in cui, il Santo Padre, riceve i poliziotti dell’Ispettorato di pubblica sicurezza presso la Città del Vaticano.

In questa occasione il capo della Polizia Franco Gabrielli ha ringraziato Sua Santità per “Aver acconsentito ad incontrare anche quest’anno una rappresentanza dei 100 mila donne e uomini della Polizia di Stato che quotidianamente sono impegnati per la sicurezza delle nostre comunità, tra i quali vi sono coloro che più direttamente hanno la responsabilità della Sua protezione”.