Gabrielli a Firenze per un Protocollo sulla sicurezza

Gabrielli a Firenze per la firma di un protocolloIl capo della Polizia Franco Gabrielli ha presenziato alla firma di un Protocollo d’intesa regionale con la prefettura di Firenze per iniziative rivolte all’innalzamento della sicurezza nelle discoteche. L’evento si è svolto in prefettura a Palazzo Medici Riccardi, all’interno del Salone Carlo VIII.

Promosso dalla Prefettura, al protocollo hanno aderito anche le altre prefetture toscane, la Regione Toscana, l’Associazione nazionale comuni italiani (Anci) della Regione e le associazioni di categoria.

Promuovere iniziative corrette di divertimento e informare i giovani sulle conseguenze delle proprie azioni, intensificare la vigilanza e il controllo degli enti preposti, l’impiego dei metal detector, l’utilizzo del contapersone da parte dei gestori dei locali, nonché anche l’impiego dei defibrillatori; queste solo alcune delle iniziative previste dal Protocollo che si concretizza in tre fasi principali: formazione, controlli e funzione degli enti gestori.

Invitato speciale dell’evento il conduttore televisivo Carlo Conti che ha sottolineato l’importanza di queste iniziative meno repressive e più collaborative.

Gabrielli a Firenze per la firma di un protocolloNel corso del suo intervento il capo della Polizia ha espresso il suo apprezzamento dicendo “Non posso che plaudire a questa iniziativa e soprattutto augurare che la cosa parta con il piede giusto, con il giusto coinvolgimento e anche con il giusto convincimento che il buon esito dipenderà inevitabilmente da ognuno di quelle parti che compongono questa importante Squadra”.

Sono intervenuti il prefetto di Firenze Laura Lega, l’assessore al diritto alla salute e al sociale Stefania Saccardi, il presidente di Anci Toscana Matteo Biffoni, il direttore regionale dei Vigili del fuoco Giuseppe Romano e il presidente regionale di Silb-Fipe-Confcommercio Toscana, Alessandro Trolese.

Botti illegali confezionati e sequestrati in un garage a Lecce

sequestro lecceRevocata la licenza per fabbricazione di fuochi artificiali a uno dei due uomini arrestati nei giorni scorsi a Sannicola (Lecce) dai poliziotti del commissariato di Gallipoli con l’accusa di fabbricazione e detenzione illegale di materiale esplodente.

Il provvedimento è arrivato dopo un controllo effettuato lo scorso 5 dicembre nell’abitazione di uno dei due uomini.

All’interno di un garage, infatti, gli agenti avevano rinvenuto e poi sequestrato 100 chili di materiale pirotecnico non classificato e oltre 80 confezioni che contenevano tutto il necessario per la produzione dei manufatti.

L’attività di confezionamento era svolta in un locale inadeguato privo di tutti i necessari sistemi di sicurezza richiesti e il luogo era molto vicino ad altre case, per cui costituiva un serio pericolo nel caso di una possibile esplosione.

Inoltre, il materiale sequestrato non era nè riconosciuto nè tantomeno classificato dal ministero dell’Interno e privo del contrassegno “CE”.

Ex pentiti tornano per “riprendersi” la città, 14 arresti a Messina

Si volevano “riprendere” Messina e per fare questo avevano organizzato una cellula di Cosa Nostra con lo scopo di riconquistare il territorio che un tempo era stato di loro dominio.

Al termine dell’operazione “Predominio”, condotta dalla Squadra mobile di Messina e coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia, cinque ex collaboratori di giustizia sono stati arrestati insieme agli altri componenti di un gruppo mafioso specializzato in estorsioni e traffico di sostanze stupefacenti. In tutto sono 14 le persone raggiunte dagli ordini di custodia cautelare, 13 in carcere e uno ai domiciliari.

Gli indagati devono rispondere di associazione per delinquere di tipo mafioso, associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, spaccio, estorsioni, danneggiamenti, detenzione e porto di armi, aggravati dall’associazione mafiosa.

L’attività investigativa ha documentato che i cinque ex collaboratori di giustizia, protagonisti della malavita messinese negli anni ’80 e ’90, dopo essere tornati in città, avevano ripristinato i legami con la criminalità organizzata, con lo scopo di riaffermare la propria egemonia criminale sul territorio; per realizzare l’obiettivo erano disposti anche ad entrare in contrasto con gli altri gruppi criminali già attivi nella zona che non erano disposti ad accordarsi con loro.

L’indagine, iniziata nel luglio 2018 e conclusa nel marzo scorso, attraverso numerose intercettazioni telefoniche e ambientali, servizi di appostamento e pedinamento, analisi di tabulati e dichiarazioni di collaboratori di giustizia, ha fatto luce sul tentativo di costituire una nuova cellula di Cosa Nostra.

Il gruppo mafioso faceva leva sulla notevole capacità intimidatoria degli ex grandi nomi della malavita cittadina, che si erano dimostrati in grado di imporre le proprie decisioni grazie anche alla disponibilità di armi da fuoco, danneggiamenti e atti intimidatori.

L’attività trainante per l’economia del gruppo criminale era sicuramente il traffico di droga, soprattutto cocaina e marijuana, che veniva acquistata all’ingrosso per rifornire gli spacciatori messinesi; numerosi gli episodi di cessione di stupefacenti accertati e documentati durante il corso delle indagini.

Per rintracciare e catturare i destinatari delle ordinanze di custodia cautelare la Mobile di Messina si è avvalsa della collaborazione di equipaggi del Reparto prevenzione crimine di Palermo e degli operatori delle Squadre mobili di Catania e Pescara.

Sergio Foffo

Roma: Gabrielli incontra gli ufficiali di collegamento delle Polizie estere

capo della polizia scambio auguriNel quadro delle strategie di rafforzamento dei rapporti bilaterali tra il Dipartimento della pubblica sicurezza e i Paesi esteri, alla Scuola superiore di Polizia, ha avuto luogo uno scambio di auguri con gli Ambasciatori e gli ufficiali di collegamento dei Paesi esteri in Italia.

All’evento era presente il capo della Polizia Franco Gabrielli e i più alti rappresentanti della Polizia di Stato, dell’Arma dei carabinieri, della Guardia di finanza, della Polizia penitenziaria e delle Direzioni centrali del Dipartimento della pubblica sicurezza.

Lo scambio di auguri è stato l’occasione per ribadire la centralità nel sistema di sicurezza del nostro Paese della cooperazione internazionale di polizia con l’obiettivo comune di contrastare efficacemente le sfide rappresentate dalla criminalità organizzata transnazionale e dal terrorismo.

Clandestini dai paesi asiatici: 9 arresti a Lucca

immigrati alla frontiera di ventimigliaFacevano entrare clandestini asiatici in Italia nascosti tra le merci, in genere infissi metallici destinati alle aziende, dentro camion telonati attraverso le frontiere di Trento e Gorizia. Farli arrivare in Europa era più facile: entravano in Romania con un visto per turismo.

Si tratta del giro di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina nelle province di Lucca e Milano e in Romania scoperto stamattina dai poliziotti della questura di Lucca.

Nove le persone arrestate nel Nord Italia: sei cingalesi e tre rumeni perché responsabili del traffico di clandestini originari dei paesi asiatici (Sri Lanka e Bangladesh) sulla rotta Romania–Ungheria–Italia. Il capo dell’organizzazione criminale viveva a Lucca.

Il gruppo aveva ramificazioni in tutto il nord Italia e in particolare a Milano.

In luoghi di incontri concordati di volta in volta, i migranti clandestini venivano accolti dal capo dell’organizzazione. Il viaggio costava loro una cifra che andava dai 3.500 euro per la tratta Romania-Italia ai 6-7mila euro per arrivare nel nostro Paese partendo dallo Sri Lanka. Chi non era in grado di pagare l’intero viaggio veniva sequestrato in un casolare nella provincia di Monza Brianza e riconsegnato ai parenti solo al saldo del pagamento effettuato sui conti del gruppo criminale in banche dello Sri Lanka.

I clandestini giunti in Italia raggiungevano varie regioni, tra cui la Toscana. In alcuni casi la banda garantiva loro, con una somma extra, il transito in Francia attraverso la frontiera di Ventimiglia in provincia di Imperia.